Nell’attesa di capire in che direzione andranno le faccende prettamente giuridiche della vicenda che vede implicato Alberto Stasi, unico sospettato del delitto di Garlasco, si continua a questionare sulla sua presunta colpevolezza, sulle pecche delle indagini scientifiche e sulle leggerezze commesse nell’analisi del caso.

Dopo aver ascoltato i chiarimenti sulla vicenda dati dal giudice Stefano Vitelli, che aveva assolto in primo grado Stasi, ora a parlare è la difesa del ragazzo, impersonata dal legale Angelo Giarda. La linea è sempre la stessa: sostenere l’innocenza di Alberto Stasi, stavolta appellandosi alla tempistica, che non coinciderebbe con quella della ricostruzione dei fatti.

Secondo Giarda, infatti, il suo cliente è totalmente estraneo al delitto di cui è accusato. E i tempi tecnici per commettere l’omicidio di Chiara Poggi, non ci sarebbero. Non solo, manca il movente e soprattutto manca l’arma del delitto, mai trovata dagli inquirenti, il che fa notare come siano molte le caselle vuote in questa intricata questione.

Dalla ricostruzione fatta del 13 agosto 2007, Stasi avrebbe avuto solo 23 minuti di tempo per arrivare a casa di Chiara, litigare con la ragazza, colpirla, ucciderla gettando poi il corpo lungo le scale, sedersi sul divano (tale azione rientra nella ricostruzione), lavarsi in bagno, nascondere qualcosa, probabilmente l’arma, in due asciugamani di casa (mai trovati) e poi fuggire via sulla famosa bicicletta da donna vista da una testimone e tornare nella propria abitazione.

Intanto, la linea difensiva del team di Giarda, che in primo e secondo grado di giudizio è risultata convincente, ha vacillato in Cassazione, dove la sentenza di assoluzione è stata annullata. I legali di Stasi hanno subito dimostrato un certo stupore per l’accaduto, certi dell’innocenza del loro cliente, mentre Stasi stesso si è detto “deluso”. Dal canto loro per i genitori di Chiara si aperto uno spiraglio di luce, certi di poter avere giustizia per la figlia tragicamente scomparsa.

Come sempre, solo il tempo potrà dare ragione a una delle due parti e un po’ di pace alla memoria di chi non c’è più.

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ultimo aggiornamento: 27-04-2013