Torna a parlare di violenza sulle donne la Presidente della Camera Laura Boldrini, affrontando il tema senza usare alcun eufemismi, senza minimizzare il fenomeno. Di femminicidi si parla anche troppo, con il rischio, ormai evidente, di istigare all’emulazione persone dalla mente influenzabile.

Ma certo, questo non deve indurre i media ad abbassare la guardia, a stornare l’attenzione da questi episodi aberranti ma significativi di una fase di incredibile declino civile e umano che stiamo vivendo. La Boldrini si è espressa sul tema – discusso tanto da aver addirittura portato qualcuno a parlare di eccessivo risalto, di manipolazione di parte di un fenomeno che in realtà è sempre esistito – nel corso del convegno “WoMen: libere dalla violenza”, organizzato dall’Unione forense e dall’Agenzia Earth-Nlp presso lo Spazio Europa di Roma.

La Presidente della Camera ha aperto i lavori affermando che quando si usa il termine femminicidio, un neologismo recentissimo che individua proprio i casi di violenza che sfociano nel tentato (e spesso portato a termine) omicidio, si dovrebbe individuare un reato molto preciso: l’assassinio premeditato. Uccidere le donne perché non si accetta di “perderle”, perché le si considera un proprio “possesso”, infatti, in genere non è frutto di un raptus isolato, un gesto di follia momentanea. Laura Boldrini sottolinea come nella maggior parte dei casi il femminicido arrivi dopo una serie di violenze e umiliazioni, dopo episodi di stalking regolarmente denunciati dalle vittime.

Perché non sono state protette?

Si è domandata la Boldrini, e noi con lei. Forse perché si tenta ancora, nonostante la terribile evidenza dei numeri, di minimizzare, di relativizzare. Come sottolineato dalla Presidente, però, nel fenomeno del femminicidio non c’è nulla di relativo, al contrario, si tratta di un problema “strutturale. Quindi culturale“. Un fenomeno che ha “radici stratificate e profonde“. Per interrompere questo trend è necessario, perciò, agire di prevenzione, formando le nuove generazioni al rispetto dell’altro, soprattutto al rispetto della libertà dell’altro, che non ci appartiene anche quando pensiamo che perché lo amiamo, ci debba sempre stare vicino. Sui pericoli di un malinteso concetto di amore si dovrebbero fare delle lezioni fin dalla scuola elementare, l’educazione sentimentale inizia da piccoli, quando i tratti caratteriali non sono ancora del tutto formati. Per il momento, però, è urgente creare una struttura sociale di protezione delle donne, valida ed efficiente. Quando una donna denuncia un uomo per stalking, o per lesioni, non va lasciata sola. Mai.

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ultimo aggiornamento: 17-05-2013