Carolina Picchio era una giovane e bella ragazza di Novara, che un giorno ha deciso di porre fine alla sua vita, gettandosi dalla finestra dell’appartamento dove viveva con il padre: tutta colpa di una serie di messaggi, di fotografie e di video postati sui social network che le hanno fatto provare una vergogna tale da decidere per l’estremo gesto. Carolina Picchio si è suicidata a soli 14 anni.

La giovane adolescente non ce l’ha fatta a sopportare l’umiliazione per quesgli scatti intimi pubblicati sui social network, alla mercé di tutti. Le offese, gli insulti e la vergogna l’hanno portata a suicidarsi. Per il suicidio di Carolina Picchio i giudici hanno iscritto 8 minorenni nel registro degli indagati, per istigazione al suicidio. E il Moige ha deciso di denunciare Facebook per omesso controllo.

Il Movimento Italiano Genitori, infatti, ha sporto denuncia contro il social network, perché secondo il gruppo anche Facebook avrebbe delle responsabilità nella morte di Carolina Picchio. La multinazionale è accusata dal Moige di omesso controllo: la denuncia è già stata presentata alla procura di Roma. Maria Rita Munizzi, presidente nazionale del Moige, spiega le motivazioni di questa scelta:

Dopo gli ultimi casi di cronaca e le segnalazioni ricevute di contenuti più che discutibili, i casi di bullismo e anche adescamento pedopornografico su Facebook è stato deciso di procedere ricorrendo all’autorità giudiziaria. Come genitori non possiamo più tollerare il far west che vivono i nostri figli iscritti senza il nostro consenso a Facebook, la questione dell’accesso e vigilanza è centrale. Abbiamo più volte ricordato che l’iscrizione dei minori concretamente comporta la formalizzazione di un contratto da parte di un soggetto che non ha ancora capacità giuridica per farlo, nè al genitore è riconosciuta la possibilità di esercitare la legittima potestà di controllo sul proprio figlio. Ed è grave che una multinazionale come Facebook non effettui una vigilanza sulle piazze virtuali, che sembrano diventate lo strumento privilegiato per pedofili e bulli. Siamo indignati e preoccupati per il silenzio e l’indifferenza di chi gestisce questi potenti mezzi di comunicazione, senza un’adeguata politica di tutela dei minori.

Davvero anche i social network sono colpevoli in questo? Un colosso come Facebook potrebbe davvero mettere in piedi una serie di controlli tali da risultare efficaci contro i tanti atti di bullismo che ogni giorno passano attraverso la rete? E pensare che c’era chi come Selvaggia Lucarelli puntava il dito proprio contro i genitori, accusati, come Facebook, di mancato controllo.

Rimane il fatto che la giovane Carolina è rimasta sola ad affrontare un’onta che a 14 anni non poteva sopportare. Ed oggi non c’è più!

Foto | Facebook

Via | Ogginotizie

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ultimo aggiornamento: 28-05-2013