Poi capita che iniziano quei giorni lì, in cui proprio non ti aspetti di ricevere brutte notizie. La giornata è mite, tutto gira come di consueto, tanto che l’unico pensiero che ti ossessiona è il traffico delle ore di punta, la spesa da fare, i figli da portare in palestra, gli abiti da ritirare in lavanderia, il lavoro arretrato da portare a termine. Poi tutto cambia e ti capita di leggere/ascoltare qualcosa che ti fa male al petto e ti lascia una tristezza che si installa dentro e fa fatica ad andare via.

La morte di Franca Rame rientra nella casistica citata. Lei, dolce, tenace, poliedrica donna del nostro secolo si è spenta all’età di 84 anni a causa di una crisi respiratoria che ce l’ha portata via. Franca non era solo la classica “moglie di”, ma è sempre stata protagonista, regista e interprete della fortuna sua e del marito, Dario Fo, con cui ha condiviso una vita e con cui ha reso grande e umano il mondo dello spettacolo.

Franca Rame morta

Franca Rame


Franca Rame attivista
Franca Rame attrice teatrale
Franca Rame attrice
Franca Rame Dario Fo

Nasce il 18 luglio del ’29 a Villastanza, una frazioncina di Parabiago, in provincia di Milano, da padre attore e madre insegnante e attrice. La sua famiglia può dirsi d’arte da tempo immemore, in quanto già dal 1600 nasceva la storia d’amore indissolubile fra la dinastia dei Rame e il teatro, in particolare quello delle marionette. Passione che si è aggiornata ed evoluta con gli anni ma non si è mai sopita né ha fatto salti generazionali. Franca inizia la sua carriera artistica nel 1950, quando viene scritturata con la sorella nella compagnia di prosa di Tino Scotti per lo spettacolo di Marcello Marchesi Ghe pensi mi.

Il sodalizio con Marchesi continuerà fino al ’52, quando interpreterà Silvana nel film Lo sai che i papaveri, al fianco di Walter Chiari e Raimondo Vianello. In quegli anni conosce Dario Fo, che sposa nel 1954 nella basilica milanese di Sant’Ambrogio. Solo nove mesi più tardi nascerà Jacopo, figlio della coppia, una delle menti e delle penne più brillanti del periodo contemporaneo.

Con Dario e Franca il teatro diventa dinamico, vivo, popolare. Dopo la fondazione nel ’58 della compagnia che prende il loro nome, i due coniugi iniziano infatti a portare la drammaturgia nelle scuole e nelle fabbriche occupate. Correvano gli anni delle contestazioni di massa contro il capitalismo, la Chiesa e la borghesia e nella intellettualmente viva Milano il proletariato ascoltava di giorno i discorsi sessantottini di Capanna, Pero e Spada e andava di sera a guardare gli spettacoli dei coniugi Fo. Nascono così il collettivo Nuova Scena e La Comune, che trasformano le case del popolo, le aule universitarie e i circoli in palcoscenici dove mettere in scena la cultura.

Ma sono anche gli anni del movimento femminista, che Franca abbraccia senza riserva alcuna, scrivendo ed interpretando testi di denuncia sociale come Tutta casa, letto e chiesa, Grasso è bello! e La madre. Si tratta di spettacoli comico-grotteschi in cui viene messa in scena la vita della donna, avvilita, stufa, delusa, frustrata, non totalmente consapevole delle conseguenze che il cambiamento storico-sociale ha sul suo ruolo e quindi anche confusa. Con sottile ironia e vivida intelligenza si mostra così uno spaccato della storia dell’epoca in cui la donna si divide fra le battaglie per il riconoscimento dei suoi diritti in campo lavorativo e civile e il suo ruolo di moglie e madre fra le quattro mura domestiche.

Ma l’attivismo della Rame non si ferma qui, tanto che nel ’71 il suo nome compare fra quelli di numerosi giornalisti, artisti e itellettuali, nella celebre lettera aperta pubblicata da L’Espresso nota come manifesto contro il commissario Calabresi. Si trattava di un appello per la destituzione di alcuni funzionari dello Stato, ritenuti responsabili di gravi omissioni nell’accertamento della morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli, precipitato da una finestra della Questura di Milano mentre era in stato di fermo per le indagini sulla strage di Piazza Fontana.

Nel ’73 Franca è vittima di sequestro e abusi fisici e sessuali da parte di un gruppo di neofascisti. Lo shock per l’avvenimento si mischierà poi all’ingiustizia per la prescrizione del reato, dato che la sentenza definitiva giungerà dopo ben 25 anni. Tuttavia è dell’81 il suo monologo celebre dal titolo Lo stupro, in cui l’attrice ricorda i momenti tragici della violenza ai suoi danni, denunciando così anche la barbarie degli stupri e delle molestie sulle donne. Un gesto di grande coraggio, operato con lucidità e sensibilità, un contributo lacerante e unico.

Gli ultimi anni l’hanno vista entrare in politica nell’Italia dei Valori ed uscirne nel 2008 per “incompatibilità di vedute” con gli indirizzi governativi. Le ultime fatiche teatrali sono state a sostegno di Dario Fo per accompagnarlo nei suoi spettacoli in giro per il Nord Italia, fino all’aprile 2012, quando viene colpita da un ictus che la costringe ad un ricovero d’urgenza al Policlinico di Milano.

Oggi Franca è andata via, salutando per l’ultima volta la grigia capitale meneghina, teatro della sua vita privata e professionale. È un lutto che ci accompagna tutti e che si stringe attorno alla famiglia. Franca è un bene nazionale, ha dato tanto e ha chiesto pochissimo, è stata l’esempio perfetto di moglie e madre amorevole così come di donna di carattere impegnata nel lavoro e nelle battaglie in cui credeva. Una donna moderna, una donna forte, come tutte vorremmo essere. Ciao Franca, il tuo caschetto biondo, la tua voce graffiante e il tuo sorridere con gli occhi, anche sotto quegli adorabili occhiali da sole tondi, ci mancheranno da impazzire.

Franca Rame discorso
Franca Rame sul palco
Franca Rame laurea
Franca Rame ad una manifestazione
Franca Rame senatrice
Franca Rame con Rifondazione
Franca Rame al Senato
Franca Rame movimento femminista
Franca Rame compagno
Franca Rame Dario Fo premio Nobel
Franca Rame Dario Fo laureato
Franca Rame a Milano
Franca Rame protesta
Franca Rame in piazza
Franca Rame in Val di Susa

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ultimo aggiornamento: 29-05-2013