L’estate 2013 si illumina con dei particolari alberi di Natale, che sono stati realizzati dall’artista Giordano Floreancig: la sua installazione, intitolata “Vietato calpestare il prato”, ricorda per le sue luci, le sue palline, la sua atmosfera, la tradizionale festa di fine anno. Ma l’opera è tutt’altro che allegra, perché vuole essere il ricordo di tutte le donne vittime di femminicidio.

Man mano che ci si avvicina a questi simboli di festa si scopre, in realtà, una verità davvero terrificante: le sfere bianche in polistirolo che rivestono gli alberi di Natale riportano i nomi delle donne uccise nell’ultimo anno. 110 palline, per 110 donne vittime di femminicidio: all’inizia erano 109, poi l’artista ne ha dovuta aggiungere un’altra dopo la terribile storia della donna albanese che in provincia di Udine è stata accoltellata dal marito.

Ho pensato agli abeti addobbati proprio per rappresentare l’ipocrisia natalizia un periodo in cui tutti sono più buoni. Ma per me ogni giorno è Natale. Diversamente confineremmo l’esser buoni in un solo momento dell’anno. Ho come l’impressione che la gente si stia dimenticando del dramma del femminicidio. Sta diventando quasi un normale fatto di cronaca.

Gli alberi di Natale sono accompagnate da frasi su cui riflettere pensate per l’occasione dagli scrittori Pino Roveredo e Fabio Turchini, dal filosofo Ezio Vendrame, dal parroco don Pierluigi Di Piazza e dall’artista stesso.

L’installazione si trova a villa di Toppo Florio a Buttrio, in provincia di Udine: la mostra di cui fa parte l’opera è aperta al pubblico il venerdì, il sabato e la domenica, dalle ore 18.30 alle ore 21, con ingresso libero.

Foto | Claudio Santaguida

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ultimo aggiornamento: 24-06-2013