Poteva essere il concorso di bellezza più democratico del mondo, quello di Miss Islanda 2013, poteva… diventare una vera e propria farsa, ma, per fortuna (o per dispiacere di tanti buontemponi, incluse noi pinkbloggers), così, alla fine, non sarà.

Di cosa stiamo parlando? Di un piccolo qui pro quo comunicativo, di un fraintendimento che con malizia potremmo definire voluto, a proposito dei requisiti richiesti per potersi iscrivere al concorso di Miss Islanda, l’omologo del nostro Miss Italia, e di tutti i concorsi che abbiano lo scopo di eleggere una reginetta di bellezza.

Il tutto è stato innescato dalle parole assolutamente condivisibili e al passo con i tempi dell’organizzatore dell’evento, Raf Rafnsson, che così si era espresso:

Il nostro è un Paese moderno e aperto e non voglio che ci fossilizziamo sullo stereotipo della donna islandese alta 1,73, bionda e con gli occhi azzurri

E fin qui, tutto chiaro. Il messaggio non subliminale è, o avrebbe dovuto essere: “La bellezza e il fascino di una donna non sono vincolati alle misure del suo corpo”. Il che significa che anche ragazze non proprio taglia 40, magari non altissime, e magari anche un po’ curvy, quel tanto che non guasta, possono partecipare e vincere il titolo di Miss Islanda. Voi avreste capito così, giusto? Del resto, anche i concorsi di bellezza vecchio stampo, ormai, hanno decisamente fatto il loro tempo.

Per boicottarlo, allora, quelle gran volpone delle femministe del piccolo Paese dei geyser, considerato uno dei più all’avanguardia su temi quali il rispetto dei diritti delle donne e le pari opportunità, capitanate dall’attivista Sigribur Inbibjorg Ingadottir, hanno escogitato una bella campagna web fintamente pro-concorso, in modo da spingere il maggior numero di persone (di tutti i tipi) ad iscriversi giocando sul concetto di “aperto a tutti“. Questi tutti – circa 1300 – si sono rivelati uomini, donne incinte, nonni di 80 anni… anche le stesse attiviste si sono iscritte.

Risultato? Bé, non vedremo (peccato), distinti ottuagenari e burrose signore di mezza età sfilare con la fascia, perché gli organizzatori, subissati dalle domande di partecipazione di tali, improbabili aspiranti Miss, hanno deciso di mettere in chiaro che sebbene elastici, i requisiti di partecipazione al concorso prevedevano solo donne giovani (tra i 18 e i 24 anni), non sposate, senza figli… insomma, la solita solfa.

Dopo le polemiche suscitate anche dalle parole della nostra Presidente della Camera Laura Boldrini contro Miss Italia, e considerando quanto sia ormai diventato indigesto il carrozzone televisivo del concorso (tanto che la RAI sta pensando di cancellarlo), noi suggeriamo a Patrizia Mirigliani di rivitalizzare la noiosissima kermesse e giocare d’ironia spiazzando tutti e prendendo spunto dalle simpatiche femministe islandesi…

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ultimo aggiornamento: 02-08-2013