La violenza sulle donne, in alcuni paesi, è considerata un aspetto culturale, proprio come una religione, una lingua o mangiare determinati cibi. Non è passato molto tempo da quando l’Imam Nicolas Blancho alla tv svizzera ha dichiarato che picchiare una donna è un diritto dell’uomo. Intanto, da New Delhi è arrivata una buona notizia: una corte speciale indiana ha riconosciuto colpevoli i 4 uomini che hanno violentato una ragazza su un autobus il 16 dicembre 2012.

La donna, a seguito delle ferite, è morta due settimane dopo e finalmente il processo, durato 7 mesi, ha vendicato questa povera studentessa. È stato un episodio drammatico e vergognoso, ma non è un caso isolato. Lo dimostrano i dati diffusi da una ricerca Onu sugli uomini asiatici. Sono stati intervistati circa 10mila signori e il 23 percento ha dichiarato di aver commesso uno stupro.

Il numero delle violenze carnali varia da Paese a Paese e ovviamente questa ricerca non può generalizzare troppo (anche perché è stata condotta tra Cina, Bangladesh, Cambogia, Indonesia, Sri Lanka e Papua Nuova Guinea), ma è un buon termometro culturale. Ma perché mai si ricorre alle botte e agli abusi? Qui tornano di nuova alla mente le parole dell’Imam. Alcuni uomini sono convinti di avere il consenso della donna, altri lo considerano una forma di forma di intrattenimento, per divertimento o perché si annoiano. C’è chi invece che interpreta la violenza come punizione.


Tra i dati che più spavento ci sono quelli relativi al tipo di violenza: circa il 7 percento degli uomini ha stuprato una donna che non fosse la loro partner, mentre se si analizza solo la violenza domestica le percentuali salgono tra il 30 e il 57 percento. Il primo stupro è commesso durante l’adolescenza, di solito da adolescenti a loro volta picchiati e maltrattati.

Via | Corriere; Repubblica

Infografica | Centimetri

Riproduzione riservata © 2024 - PB

ultimo aggiornamento: 10-09-2013