Un intero paese era sotto choc da mesi. Mi riferisco all’India, sconvolta per la morte della studentessa aggredita e stuprata sull’autobus dal branco. La ragazza dopo la violenza subita da quattro uomini era stata trasferita d’urgenza in ospedale a Singapore. Ma la le ferite erano troppo gravi, e non ce l’aveva fatta. E il tipo di violenza non è un caso isolato, considerando la percentuale di aggressioni nei paesi asiatici.

Ora, dopo mesi di apnea per l’opinione pubblica, i quattro colpevoli sono stati condannati a morte da un tribunale speciale di New Delhi. E il padre della ragazza afflitto dalla perdita si dice soddisfatto, anche se nessuno gli ridarà la figlia, e commenta così la sentenza:

“Sono molto felice che la nostra ragazza abbia avuto giustizia. Non sono degni di perdono, non dovrebbero nemmeno avere l’ergastolo. Devono solo ottenere la pena capitale.”

La sentenza é dura e lascia grossi dubbi che sia stata fatta veramente giustizia, condannando a morte altre persone. Gli avvocati della difesa non hanno potuto fare nulla. Il giudice Khanna, che aveva condannato i quattro per stupro di gruppo e omicidio “a sangue freddo”, ha respinto un possibile alleggerimento della pena. Il giudice non ha sentito ragioni, riguardo questo tipo di crimini:

“I tribunali non possono chiudere un occhio”.

Dei quattro uomini uno si era suicidato a marzo, mentre un altro, ancora minorenne, era stato condannato a tre anni di riformatorio.

Via | Corriere

Riproduzione riservata © 2024 - PB

ultimo aggiornamento: 13-09-2013