Il cardo mariano è una pianta conosciuta fin dal Medioevo per le sue molteplici proprietà curative. L’appellativo di “mariano” è legato ad una leggenda molto bella che naturalmente ha a che fare con la Madonna. Se osserviamo le foglie spinose del cardo, noteremo nella parte inferiore delle macchioline bianche. Ebbene, secondo la tradizione sarebbero, nientemeno, che gocce di latte cadute dal seno di Maria mentre allattava Gesù Bambino.
Forse proprio le virtù medicamentose da sempre attribuite a questa pianta mediterranea, caratterizzate dal un bel fiore fucsia, hanno finito per farla assurgere addirittura a simbolo cristiano, un po’ come la passiflora, o fiore ella passione.

Dopo questa piccola introduzione etimologica, passiamo ad approfondire le qualità fitoterapiche del cardo mariano. Essa è stata fin dall’antichità apprezzata soprattutto per le virtù depurative e disintossicanti del fegato, grazie all’azione di una sostanza chiamata silmarina. Essa è in grado di stimolare il rinnovamento dei tessuti epatici e l’eliminazione delle tossine, inclusi veleni. Ma vediamo tutti i disturbi per curare i quali il cardo mariano si rivela particolarmente utile:

  • Per ridurre e prevenire i danni epatici provocati da fumo e alcool
  • Stimolare l’attività epatica
  • Aiutare il fegato affaticato da assunzione di farmaci
  • Favorire la guarigione da epatiti e malattie del fegato
  • In caso di fegato grasso
  • In caso di disturbi pancreatici
  • In caso di dispepsia e digestione lenta a laboriosa

Come assumere il cardo mariano? In erboristeria lo troviamo sotto forma di tintura madre (20 gocce tre volte al giorno 30 minuti prima dei pasti principali), di capsule o sotto forma di estratto secco da consumare come decotto. In quest’ultimo caso ci servono 20 g di cardo mariano secco da far bollire in 200 g d’acqua per 10 minuti. Si filtra e si beve subito senza zucchero o, al limite, dolcificato con un po’ di miele. Provate!

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ultimo aggiornamento: 25-09-2013