Yara Gambirasio è ancora una morte senza senso. Non si sa molto sulla scomparsa della ragazzina di Brembate di Sopra, ci sono tanti indizi e tante ipotesi, che per adesso non hanno portato all’identificazione del killer. Yara è stata rapita il 26 novembre 2010, all’uscita della palestra in cui si allenava, ed è stata trovata morta tre mesi dopo. Un delitto atroce. Per lei, oggi all’Idroscalo di Milano, nel Parco della Memoria, è stata inaugurata una targa.

Hanno partecipato alla manifestazione, oltre alle autorità locali, anche il presidente del Coni Giovanni Malagò, a dimostrazione che il mondo dello sport continua a portare nel cuore la piccola Yara. Questa settimana si tiene in Lombardia, tra le provincie di Milano e Bergamo, una kermesse sportiva, sempre dedicata alla ragazzina, con lo scopo di sensibilizzare contro la violenza sulle donne.

Sulla targa si legge una scritta toccante: Con te oltre la vita. Ma a che punto sono le indagini? Si cerca il killer, che probabilmente deve essere il figlio illegittimo dell’autista di Gorno. Al tempo stesso c’è il sospetto che il killer di Lodi possa essere lo stesso assassino, perché i corpi delle prostitute rinvenuti presentano delle analogie con il cadavere di Yara. Infine, c’è l’ultima pista, quella della pedofilia, di cui sa pochissimo. È archiviata invece l’ipotesi del mitomane Mario, che durante il mese d’agosto ha alimentato i sospetti con lettere e telefonate all’ospedale di Rho.

Riproduzione riservata © 2024 - PB

ultimo aggiornamento: 04-10-2013