Aveva solo 20 anni e un pancione di nove mesi Jennifer Zacconi quando venne uccisa dal suo amante, un uomo con il doppio dei suoi anni e una moglie e due figli all’oscuro di tutto.

Il padre del bebè che portava in grembo questa sfortunata ragazza della provincia di Venezia non ebbe nessuna pietà di lei, e del suo proprio figlio, quando decise di eliminarla dalla propria vita nel modo più brutale e crudele che si possa immaginare: seppellendola viva dopo averla tramortita a suon di botte.

Lei e la creatura che stava per nascere. Il tutto avveniva nel 2006, quando ancora il termine femminicidio non era stato coniato. Ma esisteva già (dalla notte dei tempi). Rivanghiamo questo terribile fatto di cronaca perché ci giunge oggi un aggiornamento che merita di essere divulgato. La madre di Jennifer, Anna Maria Jannone, percepirà un risarcimento dallo Stato italiano, per la precisione dal Ministero degli Interni, pari a 80mila euro. Che non valgono due vite trucidate ma che sono, comunque, significative.

E lo sono non solo e non tanto per il valore materiale quanto per quello simbolico. Ad aver ingiunto questo pagamento, diciamo di “scuse”, è stata addirittura la UE. In affetti la normativa europea relativa ai casi di omicidio, prevede che i familiari della vittima ottengano un indennizzo in denaro da parte del colpevole, o dei colpevoli del crimine. Qualora questo non fosse possibile – com’è accaduto per il caso di Jennifer Zacconi – questo onere dovrà spettare allo Stato in cui il delitto si è compiuto.

Quindi l’Italia, visto che la giovane donna è stata uccisa in provincia di Venezia. La sentenza arriva dal Tribunale civile di Roma, che altro non ha fatto che applicare la Direttiva UE n° 80 del 2008 che stabilisce che:

Alle singole vittime di reati intenzionali violenti, alle quali non sia stato possibile conseguire il risarcimento del danno del reo, il diritto a percepire dallo Stato membro di residenza l’indennizzo equo e adeguato

Per la cronaca l’assassino di Jennifer Zacconi e del suo bimbo, Lucio Niero, è stato condannato con rito abbreviato a 30 anni di carcere.

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ultimo aggiornamento: 11-11-2013