La storia di Nelson Mandela, scomparso ieri dopo una lunga malattia, è la storia di un uomo che ha cambiato le sorti del suo continente, ma anche quelle del mondo intero. Si è schierato da sempre contro le discriminazioni di ogni genere, lottando per il proprio credo, mettendo la propria faccia e le proprie mani nel suo progetto: abbattere le barriere razziali e culturali fra gli individui.

Leader del movimento africano anti-apartheid, Mandela fu uno dei principali protagonisti della caduta di questo insano regime negli anni 90. Dalla fine della seconda guerra mondiale e prima della fine dell’apartheid (letteralmente separazione), in Africa vigevano alcune regole ferree imposte dal governo sudafricano di etnia bianca.

Queste comprendevano il divieto assoluto di contrarre matrimonio interrazziale o avere rapporti sessuali con persone di altra razza o ancora si segregava la popolazione nera in ghetti (i cosiddetti bantustan) impedendo a persone di etnia differente di frequentare gli stessi posti. Comprese le scuole, dove di fatto l’accesso era pressoché ad appannaggio esclusivo dei ragazzi bianchi.

In risposta a tutto questo l’ala militare del Congresso Nazionale Africano, la Umkhonto we Sizwe (anche detta MK), iniziò negli anni 60 una serie di azioni di sabotaggio civile e guerriglia urbana. Nel 1963 i capi della MK, fra cui Nelson Mandela, furono arrestati a Joannesburg e condannati all’ergastolo. Mandela fu scarcerato solo nel 1990, dopo 27 anni di prigionia e grazie alle pressioni della comunità internazionale che chiedeva il suo rilascio.

Del rapporto di Mandela con le donne se ne sono dette tante. Dal suo essere poco fedele alle sue compagne fino ad arrivare ad una sua presunta tendenza a manipolarle (è stato definito un “womanizer”). Ma in verità nessuno sa davvero come stiano le cose e viene particolarmente facile pensare che di reale in tutto questo ci sia ben poco.

Quello che sappiamo, dati alla mano, è che invece aveva un grande rispetto per il genere femminile e il suo operato è sempre stato in tutela di questa categoria. Grazie agli anni di Presidenza Mandela, il Sudafrica può oggi offrire alle donne una delle Costituzioni più complete e avanzate del mondo. La Carta Costituzionale, per come è scritta, dà garanzia alle donne di protezione giuridica da discriminazione, stupro e violenza domestica.

Il Sud Africa ha anche firmato la Convenzione delle Nazioni Unite per porre fine a tutte le forme di discriminazioni contro le donne, il CEDAW. Questo documento rappresenta il più importante strumento internazionale giuridicamente vincolante in materia di diritti delle donne. Gli Stati che lo ratificano si impegnano a modificare la propria legislazione, adeguandola alla Convenzione, ma anche a eliminare nel proprio territorio ogni forma discriminatoria praticata da persone, enti o organizzazioni.

Giusto per fare chiacchiere da parrucchiere: gli Stati Uniti, Occidentali, moderni e democratici, non hanno mai ratificato la Convenzione.

E siccome sulla scomparsa di questo grande uomo, con gli occhi scuri da fiero leone africano e il viso segnato da tutte le sue battaglie, è stato detto già quasi tutto, noi di Pinkblog vi lasciamo con le prime parole di Mandela da Presidente del Sudafrica nel 1994 dedicate a noi:

Non può esserci libertà a meno che le donne non siano emancipate da ogni forma di oppressione

Egoisticamente vorrei che ci fosse ancora.

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ultimo aggiornamento: 06-12-2013