Se abbiamo avuto la buona intuizione di affidarci ad un professionista per perdere peso, di certo sarà lui stesso a suggerirci i giusti metodi per assestarci dopo un regime ipocalorico e non recuperare i chili persi. Al contrario, se abbiamo puntato sul fai da te, dobbiamo sapere che la fase post-dieta è quella più delicata, in quanto scelte alimentari errate possono farci ingrassare nuovamente ma anche rovinarci la salute. Per evitare tutto ciò è necessario attenersi alle regole auree di ogni buona dieta di mantenimento: che deve essere equilibrata, facile da seguire, mai privativa.

La fase del mantenimento sarà certamente più semplice se la dieta in precedenza seguita non è stata drastica ma anzi ci ha permesso di dimagrire in modo lento e continuo. La lentezza, anche se spesso vorremmo tutto e subito, è in realtà la migliore amica della linea. Il corpo ha il tempo di abituarsi ad un nuovo regime alimentare, a nuovi stili di vita e non viene sottoposto allo stress di una rapida perdita di chili. In questo modo si evita il fastidioso effetto yo-yo che è sempre in agguato alla fine di un percorso eccessivamente privativo.

Dobbiamo ricordare sempre che il nostro organismo ha bisogno dei suoi tempi per assestarsi a nuove porzioni o ad un maggiore dinamismo. Per tale ragione è sempre bene evitare di seguire piani dietetici che tagliano drasticamente uno o più nutrienti, mettendoci nella condizione di patire la fame. Quando questo accade infatti il nostro metabolismo rallenta per evitare il dispendio energetico, così appena ricominciamo a mangiare normalmente ingrassiamo.

Una dieta bilanciata, come ad esempio la dieta a zona, ha meno effetti collaterali rispetto alle altre diete in quanto equilibra a puntino carboidrati, proteine e grassi senza inficiare la velocità con cui il corpo brucia le calorie. Un regime equilibrato come questo permette di mantenere il peso ottimale raggiunto molto facilmente. In questo caso il mantenimento diventa una prosecuzione della dieta, cui viene aggiunta una discreta quantità di grassi monoinsaturi per stoppare il dimagrimento e assestarsi sul peso attuale.

Altra cosa da tenere in considerazione per far funzionare il mantenimento è poi la scelta del tipo di carboidrati. 50gr di spaghetti di grano raffinato magari pesano in calorie tanto quanto 50gr di spaghetti integrali, ma sono metabolizzati molto più velocemente dei secondi: questo vuol dire che incideranno maggiormente sulla glicemia e sulla risposta insulinica, portando a scompensi che ci potrebbero fare ingrassare. Per tale ragione è essenziale optare per primi piatti ricchi in fibre (es. pasta integrale e verdure) o uniti a proteine magre e lipidi buoni (olio d’oliva si, burro no!), elementi in grado di rallentare l’assorbimento degli zuccheri e mantenere la glicemia stabile.

Anche l’attività fisica e le abitudini di vita quotidiane incidono sulla dieta di mantenimento determinandone il successo o l’insuccesso. È utile infatti avere un agenda dove segnare ciò che si mangia e dove stilare una tabella rigida con orari dei pasti principali, degli spuntini (che non andrebbero mai saltati al fine di mantenere il metabolismo vigile) e anche delle ore di movimento e di riposo. La regolarità di abitudini aiuta il corpo a restare in salute e a non riprendere peso. Poi, una giusta attività fisica fa il resto.

Non è essenziale in questa fase darci dentro con la palestra, ma basta ritagliarsi un’ora al dì per camminare a passo svelto e mantenere tonica circolazione e tessuti, oltre che ovviamente bruciare calorie. La sedentarietà non è mai una buona cosa per la salute generale e per la silhouette, a maggior ragione dopo aver finito una dieta. Concediamoci pure qualche peccato di gola ogni tanto, non è un dolcetto una tantum che ci farà sballare tutto, ma non scordiamoci mai di muoverci. Così la bilancia non ci darà brutte notizie.

Foto | da Flickr di the Italian voice

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ultimo aggiornamento: 01-02-2014