E’ arrivato il momento di dire basta. Come donne, come italiane, come persone. Basta agli attacchi sessisti contro Laura Boldrini, il nostro Presidente della Camera, che forse non piacerà a tanti, ma che anche solo per l’altezza dell’incarico che ricopre, e lo scrupolo e la serietà con cui lo fa merita rispetto. Ma ogni donna, merita rispetto, anche se fa la cassiera, la badante, la mamma, la prostituta. Se fa la giornalista, se fa la blogger, se fa la ministra.

Cosa sta accadendo nel web, all’interno del M5S, che pure era onorevolmente nato per raccogliere e portare in Parlamento le giuste istanze di ribellione cono la “casta” della cosiddetta società civile? Quale mutazione alla “Alien” è potuta intervenire se un persona che si “intende ” di comunicazione come Claudio Messora, il portavoce alla Camera del M5S nonché blogger, si permette di lanciare un tweet di questo tenore?

Come si può pensare di scrivere un messaggio del genere, e poi cancellarlo, nella convinzione che questo “basti”? Allora, o si conoscono molto bene le regole della comunicazione via web e in particolare quella dei Social network, oppure no. O sai che è sempre “buona la prima“, oppure no. Ma in questo caso, ad essere poco conosciuta da Messora è solo l’ortografia.

Ma il tweet del portavoce alla Camera del M5S è solo l’ultimo, l’ennesimo attacco violento, gretto, volgare, meschino, vigliacco e soprattutto sessista rivolto a Laura Boldrini all’indomani della sua decisione di usare la cosiddetta “ghigliottina” o “tagliola”, per accelerare i tempi di votazione del DL in cui si stabilisce anche che gli italiani non pagheranno la seconda tranche dell’Imu.

Anche ammettendo che questa decisione sia stata del tutto inappropriata, visto che nel DL era contenuto anche un altro provvedimento inviso ai 5stelle (e non solo) esistono modi e luoghi dove dimostrare la propria disapprovazione, in modo forte ma civile, non scatenando bagarre in Aula, non dando la stura, attraverso le rete, ai peggiori istinti maschilisti. Luoghi che per dei parlamentari non sono i social network, non sono il blog di Beppe Grillo, o non sono solo quelli. Vien da dire: “Ti piace vincere facile, eh”?

Perché usando la rete come piattaforma attraverso cui esprimere pulsioni violente, ben sapendo (con malizia navigata), che proprio il web fungerà da amplificatore di tale incitazione all’aggressività e che andrà a stimolare la “pancia” di coloro che la testa non la sanno usare, ma le mani molto e bene, è criminale.

Perché istigare i proprio iscritti a rispondere al quesito “Cosa succederebbe se ti trovassi la Boldrini in macchina?“, è istigazione ala violenza. Alla violenza sulle donne. Ragazze, ma ci vogliamo svegliare? Vogliamo capirlo o no che questa è una china pericolosa e che se getti un cerino sulla paglia secca, prende fuoco? Vogliamo cominciare a dire basta? Per Laura Boldrini, e per noi. Se non ora, quando?

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ultimo aggiornamento: 03-02-2014