Il disturbo noto come “dita a scatto”, ovvero la sindrome di Nitta (o tenosivite stenosante), è molto comune, e si verifica sia in giovane età che più in là con gli anni, interessando uomini e donne, ma con una maggiore incidenza tra queste ultime.

I sintomi sono, inizialmente, dolore alla mano (in genere che parte dal centro del palmo), per poi irradiarsi verso il dito coinvolto, che nella maggior parte dei casi è il pollice, seguito della due dita mediane (medio e anulare). Il dolore si trasforma in vero e proprio blocco del dito, che quindi perde la sua funzionalità diventando rigido. Perché e quando accade questo?

All’origine del morbo di Nitta c’è un processo flogistico (infiammazione) a carico di uno dei tendini flessori della mano. In pratica il tendine si gonfia, rimanendo bloccato all’interno della puleggia, che è il sottile tubicino all’interno del quale dovrebbe scorrere il tendine, e che lo mantiene ben aderente alle ossa della mano.

Questa infiammazione a sua volta può avere diverse cause: da pregresse patologie articolari come artrosi e artrite (comuni tra le donne over 50), a traumi, fino all’azione “meccanica” di attività e movimenti ripetitivi che coinvolgano mani e dita (ad esempio cucire, scrivere al pc, svolgere attività artigianali eccetera).

Il senso di blocco del dito è particolarmente intenso al mattino, a risveglio, a causa dell’immobilità e del fatto che quasi tutti tendiamo a dormire stringendo i pungi. Come si risolve il “dito a scatto”? Dipende. In genere il riposo e l’uso di cortisonici per spegnere l’infiammazione sono sufficienti, ma ci sono anche altri possibili rimedi.

Ad esempio, ci sono semplici esercizi che aiutano a prevenire il problema o a risolverlo. Tra questi, ecco i più utili:

  • Muovere le mani in alto come fingendo di raccogliere grappoli d’uva
  • Eseguire dei movimenti circolari del polso lentamente

Questi esercizi vanno eseguiti più volte al giorno ma dolcemente, per non aggravare l’infiammazione del tendine. Inoltre, sono efficaci anche rimedi della nonna come l’applicazione di foglie di cavolo bollite sulla mano (effetto antinfiammatorio e sgonfiante), e l’assunzione di integratori per bocca tra cui la vitamina B6 (piridossina), o l’artiglio del diavolo (estratto secco). Se il disturbo è legato a malattie del metabolismo come gotta o diabete, o a squilibri ormonali (frequenti tra le donne), andranno ovviamente curate prima le patologie primarie.

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ultimo aggiornamento: 13-03-2014