Era il 20 marzo del 1994 quando l’Italia venne scossa da una terribile notizia: a Mogadiscio, in Somalia, era stata uccisa la giornata italiana del Tg3 Ilaria Alpi e insieme a lei l’operatore Miran Hrovatin. I due giornalisti si trovavano nel paese africano come inviata del telegiornale per seguire la guerra civile somala che era in corso, oltre che per indagare su un presunto traffico di armi e di rifiuti tossici illegali.

Ancora oggi, a 20 anni dalla morte della giornalista italiana e dell’operatore, la verità sull’omicidio non è venuta a galla. C’è ancora chi parla di un tentativo di rapimento, poi finito nel peggiore dei modi, ma c’è anche chi segue la teoria di un vero e proprio agguato ai danni di una coppia di giornalisti che forse avevano scoperto un po’ troppo in merito ai traffici illegali sui quali stavano indagando.

Forse Ilaria Alpi aveva scoperto un po’ troppo, come sostiene chi collega la sua morte a quella di Vincenzo Li Causi, sottoufficiale del SISMI, informatore della giornalista italiana sul traffico illegale di sostanze tossiche nel paese, avvenuta proprio in Somalia e in circostanze misteriose. La scoperta del traffico internazionale di prodotti tossici e radioattivi dei paesi industrializzati, conservati nei paesi poveri dell’Africa in cambio di denaro e armi, potrebbe essere la causa della sua morte. Traffici che potrebbero aver coinvolto anche qualche personalità dell’economia italiana.

La mamma di Ilaria Alpi, Luciana, a 20 anni da quella tragedia sottolinea come sua figlia sia morta due volte: la prima volta a Mogadiscio, la seconda volta in Italia, dal momento che non ha ancora ottenuto giustizia. In un’intervista rilasciata ad Oggi, ecco il suo sfogo:

Sono schifata da questa giustizia Ilaria aveva toccato il segreto più gelosamente custodito in Somalia: lo scarico di rifiuti tossici pagato con soldi e armi. La verità è che c’è un filo invisibile che lega la morte di mia figlia alle navi dei veleni, ai rifiuti tossici partiti dall’Italia e arrivati in Somalia. Ci sono documenti che lo provano. Ci sono le testimonianze dei pentiti. Eppure nessuno ha avuto il coraggio di processare i colpevoli. In carcere è finito un miliziano somalo che sta scontando 26 anni, ed è innocente. Ilaria è sempre presente nella mia vita, non c’è giorno che non pensi a mia figlia, mi mancano le sue risate, i suoi racconti, i suoi baci Finché avrò vita chiederò il nome dei mandanti dell’omicidio di mia figlia. Perché Ilaria e Miran sono stati giustiziati.

E ancora oggi, a distanza di 20 anni, giustizia non è ancora stata fatta: perché Ilaria e Miran sono morti?

Foto | da Pinterest di edizioni becco giallo

Via | Ilfattoquotidiano

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ultimo aggiornamento: 20-03-2014