Una futura mamma a cui sia stata diagnosticata una gravidanza rischio, ha diritto ad una serie di agevolazioni. Ad esempio, se è una lavoratrice, ha diritto a richiedere la maternità anticipata con piena retribuzione, e in generale all’esenzione dal pagamento del ticket per gli esami a cui dovrà sottoporsi durante la gestazione.

Prima di spiegare l’iter per l’esenzione al ticket in caso di gravidanza a rischio, però, dobbiamo ricordare che una buona parte degli esami di routine a cui la donna incinta – con gravidanza fisiologica – deve sottoporsi, sono gratuiti per tutte.

Ecco un elenco dei test che non prevedono nessun ticket:

  • Esami del sangue:
    Emocromo
    Rubeo Test (se la futura mamma non ha avuto la rosolia o non è vaccinata)
    Toxo-test (per la toxoplasmosi)
    Glicemia
  • Esami delle urine:
    Albumina
    Glucosio
    Controllo batteriologico per le infezioni urinarie
  • Ecografie da effettuarsi durante tutto il periodo della gravidanza (una a trimestre)
  • Esami di diagnostica prenatale come villocentesi e amniocentesi (gratis dopo i 35 anni di età materna)

Questi esami sono tutti gratuiti, e altrettanto lo sono le diverse visite ostetrico-ginecologiche fino al parto, e l’assistenza al parto stessa. Se la donna fosse colpita da qualche patologia durante la gravidanza, tutte le cure sarebbero ugualmente a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Questo vale per le gravidanza ordinaria, quindi che non presenta complicazioni, ma vale, e maggior ragione, per una a rischio.

In questo caso, ad occuparsi di richiedere l’esenzione dal pagamento del ticket per gli esami e i test aggiuntivi sarà il proprio medico o il ginecologo. Per la gravidanza a rischio, infatti, cambiano i codici.

Nello specifico, il medico, nel momento in cui il medico compila la ricetta con la prescrizione per ogni specifico esame, deve specificare, nell’apposito spazio o casella, il codice di esenzione, che in caso di gravidanza a rischio è la sigla M50, oltre a indicare la settimana di gestazione in cui la futura mamma deve effettuare il test. Le visite ginecologiche, invece, non necessitano di ricetta medica. Tutto chiaro?

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ultimo aggiornamento: 15-04-2014