Quante sono le donne, o meglio, le mogli italiane, che si ritrovano in casa un marito mammone? Adorabile, magari, pieno di qualità, dolce, affettuoso, fedele. Ma mammone. Insomma, mamma dipendente. Uomini che anche se padri a loro volta, da anni autonomi dal punto di vista economico e, naturalmente, familiare, continuano a non voler recidere quell’invisibile cordone ombelicale che li lega alla loro genitrice.

E allora… la chiamano ogni giorno, continuano a tornare alla casa d’origine per chiedere consigli, per un pasto da soli con mamma (meglio se bello calorico), o semplicemente per trascorrere del tempo con lei. E questo sarebbe il minimo. La vera questione è quando la suocera diventa davvero una presenza invadente che può creare disaccordi tra i coniugi e finire per dare origine a litigi e tensioni.

Quando la mamma di lui ritiene doveroso prendere decisioni (magari sull’economia domestica, o sull’educazione dei figli) al posto del figlio, con tutto ciò che di deleterio ne può conseguire. Come può, dunque, una moglie, aiutare il proprio uomo a superare questa condizione di dipendenza e diventare finalmente autonomo sotto tutti i punti di vista?
Non è semplice, la prima mossa è cercare di far rilevare il problema, dato che, come sappiamo, si tratta sempre dl primo passo. Parlare apertamente, ma con tatto, al proprio coniuge del fatto che le interferenze di mamma sono negative per la vita matrimoniale non basta. Piuttosto, meglio puntare sull’amor proprio, sull’orgoglio maschile.

E’ importante far comprendere al proprio partner che è un individuo maturo, in gamba, in grado di prendere da solo le sue decisioni, soprattutto che quelle che riguardano la famiglia e il rapporto di coppia spettano, semmai, a marito e moglie, ma non certo alle suocere!

Ogni volta che capita l’occasione, quando il proprio marito, in modo automatico, prende il telefono per chiedere consiglio a mamma su qualcosa, o dice la classica frase: “Passo un attimo da mamma che ha delle cose da dirmi”, con molto tatto e dolcezza, una moglie può intervenire chiedendo, invece, aiuto per qualcosa che serve in casa e che “solo lui può fare”.

Rinforzare l’autostima maschile è cruciale, perché spesso le mamme giocano proprio sull’insicurezza del proprio figlio per tenerselo stretto, per proteggerlo anche se non ne ha nessun bisogno. Sviare la sua attenzione dalla consuetudine, ovvero da quelle che lo legano alla mamma è poi un altro sistema valido.

Spezzate le abitudini collaudate proponendo qualcosa di alternativo che coinvolga solo il proprio stretto nucleo familiare. Ad esempio, al posto del solito pranzo domenicale con mamma, potete proporre di organizzare delle piccole gite con i bambini. Solo voi.

Cercate vostro marito per le piccole incombenze, chiedetegli di essere molto presente in famiglia, fatelo sentire indispensabile. Non nel senso che poi diventi dipendente da voi, ma che capisca che non ha bisogno di correre da mamma per sentirsi gratificato, apprezzato, ma che in casa, con la sua compagna, con i suoi figli, trova tutto ciò di cui ha bisogno per stare bene. E la mamma? Prenotatele un bel viaggio in crociera!
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ultimo aggiornamento: 22-04-2014