Anche un Google Doodle può aiutarci a scoprire donne di cui essere davvero orgogliosi, donne italiane. Una scienziata e matematica come Maria Gaetana Agnesi, ad esempio, di cui proprio il 16 maggio ricorre il 296° anniversario dalla nascita, che avvenne a Milano nel 1718.

Sconosciuta ai più, questa straordinaria donna, intellettuale e coltissima che, si dice, parlasse ben sei lingue, oltre all’italiano, è stata invece una delle più importanti matematiche del suo tempo, una studiosa a cui si deve il merito, tra gli altri, di aver raccolto in un’unica opera intitolata “Istituzioni analitiche ad uso della gioventù” (pubblicata nel 1748 in lingua italiana e poi tradotta anche in inglese e francese), tutte le scoperte e gli studi fino ad allora prodotti dai maggiori sienziati del tempo sul calcolo infinitesimale.

Ma il trattato è molto più esaustivo proprio perché pensato per un principiante che si accostasse per la prima volta (o quasi), allo studio dell’algebra, della geometria e della matematica. Il testo ebbe un grande successo , e del resto la fama della sua autrice la precedeva. Enfant prodige, Maria Gaetana Agnesi nacque in una ricca famiglia milanese (che aveva fatto i soldi grazie all’industria della seta, allora fiorentissima), prima di 21 figli, e dimostrò subito un intelletto precoce e multiforme.

Il padre, evidentemente un uomo “illuminato”, visti i tempi, decise perciò di investire negli studi della sua bimba, spronandola ad approfondire diverse materie speculative e scientifiche, come la filosofia e, appunto, la matematica, che divenne poi il settore di elezione di Maria Gaetana. Tanto si distinse in questi studi, da arrivare alla pubblicazione dei due tomi di “Istituzioni analitiche” a soli 30 anni.

Nell’opera, peraltro, è analizzato un nuovo tipo di curva che la Agnesi chiamò “versiera“, ma che per un errore di traduzione nei trattati in lingua inglese divenne “La strega di Agnesi” (nome con cui è ancora conosciuta). Nella seconda parte della sua vita, Maria Gaetana, che non si sposò, si dedicò alla beneficenza, nonostante le fosse stata offerta una cattedra alla prestigiosa Università di Bologna (seconda donna nella storia ad aver ottenuto questo incarico).

Invece, creò un ospizio per disabili mentali vendendo i suoi averi e i gioielli, e collaborò fino alla morte (avvenuta a 80 anni) con l’appena sorto Pio Albergo Trivulzio. Grazie a Google, allora per averci permesso di “riscoprire” (o di conoscere ex novo), una donna così straordinaria di cui andare orgogliose come donne, e come italiane.

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ultimo aggiornamento: 16-05-2014