Pochi giorni fa la Camera dei Deputati italiana ha approvato a larga maggioranza il testo di modifica della legge n. 898/1970, quella che in pratica regola la cessazione degli effetti civili del matrimonio. I cambiamenti della legge virano verso il cosiddetto “divorzio breve”, accorciando i tempi di attesa per la chiusura effettiva e legalmente riconosciuta del matrimonio. Ora il disegno passerà al Senato e salvo imprevisti o ritardi potrebbe diventare effettivo molto presto.

Ma di fatto, come cambieranno le cose a proposito di scioglimento del vincolo nuziale una volta che la legge sarà entrata in vigore? I cambiamenti più importanti saranno proprio a proposito delle tempistiche. L’Italia è ancora uno dei pochi paesi europei a “vantare” dei tempi di divorzio lunghissimi, giudicati ormai come anacronistici e decisamente insensati.

Di fatto la già citata legge 898 richiedeva che i tempi della separazione legale, prima di arrivare a una sentenza definitiva di divorzio, non fossero inferiori ai 3 anni ininterrotti a partire dalla data della prima udienza dei coniugi in tribunale nella procedura di separazione personale.

Ora tutto si accorcia e dai canonici tre anni si passa a 12 mesi in caso di divorzio giudiziale, ossia quando non c’è accordo dei coniugi su tutte le condizioni e 6 mesi in caso di divorzio congiunto. Anche lo scioglimento della comunione dei beni è anticipato e più precisamente al momento in cui il presidente del tribunale, in seno all’udienza di comparizione, autorizza i coniugi a vivere separati.

Come detto l’iter legislativo per questo “aggiornamento” della legge n. 898 ha superato solo la prima fase, ma visto il furor di popolo alla Camera è molto facile che si bissi il consenso anche al Senato. E in genere da lì in poi il percorso è tutto in discesa.

L’unica cosa che ci viene da commentare, posto che i tempi biblici per il divorzio italiano erano davvero diventati un po’ ridicoli, è se questo aggiornamento del legislatore non diventi poi un pretesto per sposarsi anche più a cuor leggero. I dati sull’incremento delle coppie sfasciate nel Belpaese sono particolarmente allarmanti, segno che evidentemente ci si sposa con poca convinzione o forse con poca considerazione delle responsabilità a cui si va incontro.

I lassi di tempo infiniti in fondo erano uno specchio della società di cinquant’anni fa, la quale vedeva con una certa diffidenza alle separazioni coniugali perché non ci era abituata. La modernità ha fatto buono il diritto sacrosanto di tutelare questa decisione di tornare sui propri passi e divorziare, perché ha dimostrato che non c’è nulla da nascondere se talvolta le rose che fioriscono poi appassiscono anche.

Si, ma ragionando terra terra ed escludendo i reali casi in cui i problemi arrivano dopo e portano la coppia sull’orlo del baratro, probabilmente molti dei divorzi del nostro paese sono riflesso di relazioni che erano sbagliate già prima del matrimonio. Lungi dal voler puntare il dito, ben vengano i divorzi brevi che finalmente ci rendono più moderni e meno ampollosi, ma come accade per i medicinali in viaggio…speriamo di non doverli usare così tanto spesso!

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ultimo aggiornamento: 03-06-2014