Torna il terrore per le donne nigeriane o forse, semplicemente, non è mai sparito. Tra pochissimi giorni il Paese africano si presta al voto e l’aspirale di violenza del gruppo islamico Boko Haram sta mettendo in ginocchio Damasak, la città liberata questo mese dalle truppe del Niger e del Ciad. Sono state rapite più di 500 persone, tra donne e bambini. E si contano circa 50 donne uccise.

Hanno preso 506 giovani donne e bambini (a Damasak). Ne hanno uccisi 50 prima di abbandonare la città. Non sappiamo se ne hanno ucciso altri prima di andarsene, ma hanno catturato il resto degli abitanti portandoli con loro.

Ha raccontato ai media un commerciante del posto, Souleymane Ali. La testimonianza è stata confermata anche dal tenente colonnello nigeriano Toumba Mohamed, comandante della forza congiunta di Niger e Ciad a Damasak.

L’elezioni sono un momento cruciale per il Paese. Avrebbero dovuto svolgersi il 14 febbraio ma era stato rinviato per motivi di sicurezza. Alle urne lo scontro (il tema cruciale è la lotta la terrorismo) è tra il presidente Goodluck Jonathan e l’ex generale Muhammadu Buhari. Per evitare situazioni difficili e aggressioni alla popolazione civile, l’esercito nigeriano è riuscito a riguadagnare terreno, con la collaborazione delle forze del Camerun e Ciad.

Via | La Stampa

Bring back our girls, sono fuggite le 60 ragazze rapite dal Boko Haram in Nigeria

7 luglio 2014

Corrono verso la libertà, le ragazze rapite dal gruppo islamico Boko Haram. Circa due settimane fa sono state rapite 60 persone, tra donne e bambine, e sono riuscite a fuggire, sfruttando un momento propizio: l’assenza dei loro carcerieri che si sono allontananti per portare a termine un’operazione. È questo quanto sostiene una fonte della sicurezza di Maiduguri, attualmente ancora anonima.

La notizia è stata confermata anche da un rappresentante delle milizie dello stato di Borno, Abbas Gava:

Ho ricevuto l’allerta da parte dei miei colleghi della regione di Damboa sul fatto che 63 donne e giovani ragazze che erano state rapite sono riuscite a tornare a casa. Hanno compiuto questo gesto coraggioso mentre i loro rapitori si sono assentati per condurre a termine un’operazione.

Sulla dinamica della fuga non si sa ancora nulla: non si capisce se sono state aiutate o se comunque l’assenza dei rapitori non sia vincolata solo a un’operazione da concludere o a un accordo politico. Una cosa è sicura, queste ragazze sono state coraggiosissime, hanno rischiato la vita per la libertà, per tonare a casa.

Purtroppo sono più di 200 le donne ancora nelle mani del Boko Haram, dal mese di aprile. Nel mondo continua la campagna di sensibilizzazione Bring Back Our Girls. Proprio ieri gli attivisti di questo movimento hanno cercato di marciare sul Palazzo Presidenziale ad Abuja per reclamare dal governo maggiore impegno per liberare le giovani tenute in ostaggio, che probabilmente potrebbero essere vendute come schiave. La protesta però è stata soffocata dagli agenti di guardia.

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ultimo aggiornamento: 25-03-2015