Le donne turche non ci stanno. Hanno deciso di lottare per la loro libertà e lo fanno a colpi di selfie sorridenti. Un gesto piccolo, semplice ma di grande potenza che vuole dire no a un Governo proibizionista. Lunedì il vicepremier Bülent Arin si è espresso contro la società moderna: sostenendo che il consumismo, l’uso di telefoni cellulari e la televisione rendono gli adolescenti malati di sesso e che le donne non devono ridere in pubblico, per dimostrare di conoscere il valore della moralità. È un gesto peccaminoso.

Parole che non sono passate inosservate e che hanno scatenato sui social network reazioni di diverso genere. Su Twitter sono stati creati gli o agli hashtag #kahkaha (risata) e #direnkahkaha (resistere e risata) e le donne turche hanno iniziato a postare fotografie sorridenti. Ovviamente, le signore di tutto il mondo si stanno unendo alla protesta e negli ultimi giorni, ci sono state oltre 300.000 condivisioni dell’hashtag #kahkaha.

Non è tardata la replica del vicepremier, che come nelle migliori commedie, si è giustificato sostenendo che le parole sono state estrapolate da un discorso più ampio sulla moralità. La Turchia, rispetto ad altri Paesi musulmani, essendo il ponte tra Oriente e Occidente, è sempre stata abbastanza aperta ai diritti delle donne. Negli ultimi anni però questa posizione libera e aperta sta regredendo e il discorso di Bülent Arin lo dimostra.

Via | LaStampa
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ultimo aggiornamento: 31-07-2014