Pensare che lo stupro possa essere un’arma fa paura. È un gesto tremendo, il peggiore. L’abuso di un corpo, di un’anima è sintomo di perversione, di frustrazione, di malattia. È difficile credere che per alcuni uomini sia come una pistola, una bomba, un coltello. Le ferite che lascia sono molto simili e se da un taglio prima o poi ci si riprende, dalla violenza sessuale a volte no. Gli esperti di WMC Women Under Siege hanno individuato circa 10 modi diversi di utilizzare lo stupro, dall’esercito congolese e dai diversi gruppi miliziani.

La violenza è utilizzata per “proteggere” i soldati. In che modo? Violentare può aiutare a non essere a propria volta violentati, perché crea quella che possiamo definire coesione e spirito di solidarietà tra i soldati (cameratismo). È metodo per umiliare, per terrorizzare, per ottenere (estorcere informazioni), per controllare il territorio e per fare pulizia etnica. Attenzione, non in tutte le guerre si utilizza questo tipo di violenza, anche se molto diffusa, dall’Africa al Medio Oriente, fino all’Europa.

Non tutti i soldati stuprano e non tutti gli uomini sono dei violentatori. Bisogna ricordarlo, perché spesso si cade in una generalizzazione sessista davvero tremenda. Gli eserciti con uomini più istruiti, con una formazione e un controllo maggiore, sono quelli in cui questi episodi sono più rari. Sono diffusi invece nei gruppi armati che si formano dal basso.

via | WMC Women Under Siege

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ultimo aggiornamento: 18-08-2014