Aung San Suu Kyi, la politica birmana che si batte da tanti anni per la difesa dei diritti civili nel proprio paese, è intervenuta di recente per affrontare la problematica della discriminazione che ogni giorno donne e bambine sono costrette a suubire in ogni parte del mondo e sulle ricadute che una mancanza di diritti per le donne ha sulla società nel suo complesso. Per la leader della Lega Nazionale per la Democrazia – il partito di cui la San Suu Kyi è segretario si trova, al momento, all’opposizione – maggiori diritti per le donne si tradurrebbe in maggiori diritti per tutta l’umanità con conseguenze positive per tutto il mondo. Insomma, l’ennesima conferma che i diritti delle donne non devono interessare solo noi ma anche gli uomini.

Laureata ad Oxford nel 1967, dopo aver lavorato a New York per le Nazioni Unite, Aung San Suu Kyi tornò in Birmania nel 1988 per accudire la madre gravemente malata; è in quel periodo che si instaurò il regime militare che tuttora comanda in Myanmar.

Influenzata dagli insegnamenti di Gandhi e dai concetti buddisti della non-violenza, Aung San Suu Kyi entrò in politica fondando il suo partito, gesto che, nemmeno un anno dopo, la fece condannare agli arresti domiciliari. E’ solo nel 2010 che, finalmente, è stata liberata potendo finalmente ricongiungersi alla propria famiglia e viaggiare per diversi stati.

Via | Womenyoushouldknow

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ultimo aggiornamento: 19-08-2014