Ci sono angoli del Mondo in cui la donna vive ancora situazioni di violenza e discriminazione davvero molto forti. Molte società patriarcali vivono la figura femminile come un accessorio senza diritto e di totale proprietà dell’uomo. Se in Occidente stiamo lavorando, ormai da anni, per ottenere la parità di genere, in Asia e in Sud America la situazione è molto diversa.

In Asia, soprattutto in India, alle donne sono riservati i lavori più umilianti e più duri, molto spesso le coppie in attesa scelgono l’aborto di genere, perché una bambina oltre a essere poco produttiva è anche un costo. Ha bisogno di una bella dote per trovare marito. Anche il Sud America è un Paese estremamente maschilista, ma qualcosa sta cambiando.

Numerosi Stati sono guidati da donne. Contiamo l’Argentina (Cristina Kirchner), il Brasile (Dilma Rousseff), il Cile (Michelle Bachelet), il Costa Rica (Laura Chinchilla), la Giamaica (Portia Simpson) e Trinidad e Tobago (Kamla Persad-Bissessar). Si tratta di un record che a oggi condivide con l’Europa, che analogamente può contare su sei donne al potere (Germania, Lituania, Danimarca, Slovenia, Kosovo e San Marino). In Asia sono invece soltanto tre: Bangladesh, Corea del Sud e Thailandia.

Bisogna però ammettere una cosa importante: la rappresentanza femminile dimostra che sta incominciando a esserci un’apertura alle donne, ma non risolve il problema dello sfruttamento, perché i ruoli di potere (quelli veri) sono comunque maschili e in America Latina. Che cosa vuol dire? La situazione lavorativa è caratterizzata da salari bassi, da giornate lunghe, anche di 14 ore e violazioni costanti dei diritti e della dignità. Considerate che in Messico per essere assunte le donne devono presentare un certificato medico che dimostri che non sono gravide.

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ultimo aggiornamento: 25-08-2014