Sono salite a 13 le donne morte a seguito della sterilizzazione di massa eseguita in un campo sanitario in Chhattisgarh, uno Stato dell’India centrale. È stato, inoltre, arrestato il medico che ha effettuato gli interventi chirurgici. Ricordiamo che la sterilizzazione femminile è prevista da un piano governativo per regolare le nascite e che, nonostante la pratica possa sembrare barbarica, ha delle regole ben precise. In teoria non dovrebbero essere più di 30 al giorno le operazioni (che sono un numero enorme), ma tra sabato e domenica sono state ben 83 le donne rese infertili.

Gli investigatori ora stanno cercando di stabilire se le donne, tutte provenienti da famiglie povere in zone rurali, abbiano ricevuto anche farmaci contaminati durante il loro soggiorno nell’ospedale governativo: in questo momento ci sono ancora 16 persone in pericolo di vita. S.K. Mandal, che guida le autorità sanitarie dello Stato di Chhattisgarh, ha in parte difeso il medico. Sembrerebbe che il dottor R.K. Gupta sia stato sottoposto a gravi pressioni per raggiungere l’obiettivo di 15mila interventi nel suo distretto. Insomma, il medico piuò avere operato ed essere fisicamente responsabile di questo massacro, ma anche le autorità locali non sono prive di colpe.

(v.r)

Sterilizzazione di massa per 80 donne indiane trattate come bestie

11 novembre 2014

L’India si macchia ancora una volta di un crimine violento ai danni delle donne. In Chhattisgarh, uno stato centrale del Paese, sono state sterilizzate 83 donne. È stata una vera mattanza che ha causato la morte di 8 persone e più di 50 si trovano in condizioni gravissime. Tutto questo è successo in un campo sanitario gestito dal ministero della Salute dell’India, nel corso del weekend appena trascorso.

Questo campo opera secondo le politiche del controllo annuale delle nascite. È una delle vergogne indiane: le donne non devono avere più di un figlio e possibilmente deve essere maschio, perché sarò fonte di ricchezza un domani e soprattutto non bisogna accumulare una dotate per sposarlo. In questi campi, negli ultimi mesi si sono sterilizzare numerose donne, spesso non informate di quanto stava accadendo e soprattutto in pessime condizioni igieniche. Il risultato? Si muore per infezione, si muore perché si è nate del sesso sbagliato.

Ovviamente, è stato chiesto conto ai funzionari dello stato ma hanno negato di sapere che cosa stesse accadendo in questa specie di ospedale. Alcuni di loro, però, hanno ammesso che sono stati eseguiti troppi interventi in un sol giorno: una media di 40 al dì tra sabato e domenica (le linee guida non ammettono più di 30 sterilizzazioni, che comunque sono tantissime, e l’intervento dura circa 15 minuti in anestesia locale). È stata ora aperta una commissione di inchiesta e le famiglie delle donne morte o ricoverate saranno risarcite.

C’è di più. Le donne che si sono fatte sterilizzare hanno preso degli incentivi statali 1.400 rupie (23 dollari), mentre gli operatori sanitari hanno avuto 200 ($ 3.25) rupie per portare una donna al campo. Tra il 2009 e il 2012, il governo ha pagato il risarcimento per 568 decessi dovuti a sterilizzazione.

Via | Reuters

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ultimo aggiornamento: 13-11-2014