Un’escursione scolastica, la classica gita di 5 giorni, ha avuto un esito davvero imprevisto, quanto imbarazzante. Sette studentesse, tra i 13 e i 14 anni, sono rimaste incinte. Tutto questo è avvenuto in una piccola località bosniaca, Banja Luka. Una situazione davvero incresciosa, che sta facendo molto discutere.

Due le diverse fazioni: da una parte i genitori che accusano gli insegnati. Le ragazzine erano sotto la responsabilità dei professori e non sono state seguite attentamente. Dall’altra, invece, i maestri sempre più convinti che i bambini non abbiano una dovuta maturità sentimentale e che non ci sia un’educazione sessuale sufficiente. Il motivo? I genitori non seguono adeguatamente i figli.

Entrambe le posizioni sono comprensibili. Diventa ancor più allarmante questo episodio se si analizzano i dati sulle gravidanze portate a termine da minori: solo l’anno scorso al Policlinico dell’Università di Sarajevo, 31 ragazze tra 14 e 16 anni sono diventate mamme. E sono numerose le bambine sessualmente attive che scrivono su siti internet e forum chiedendo consigli per avere rapporti con il loro ragazzo.

Il risultato? I professori disposti ad accompagnare i ragazzi in gita (anche in Italia) sono sempre meno: un conto è fare lezione in classe, un conto è controllarli durante un viaggio di istruzione, assicurarsi che tutti i ragazzi siano al sicuro. La lontananza dai genitori e la complicità dei compagni mette a disposizione di molti giovani l’opportunità per consumare la prima volta. Troppo rischioso.

Via | Inserbia

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ultimo aggiornamento: 19-12-2014