Il 2015 si apre con una grande e bella novità per la Chiesa anglicana: la consacrazione a vescovo di una donna, la prima, nel Regno Unito, a ricoprire la carica dell’ordine clericale più elevato (Arcivescovo di Canterbury a parte).

Si tratta di Libby Lane, 48 anni, sposata a sua volta con un prete (ricordiamo che nell’anglicanesimo non esiste l’obbligo del celibato) e mamma di due figli, che in una emozionante cerimonia celebratasi nella splendida cattedrale di York è stata ufficialmente consacrata a vescovo della diocesi di Stockport (città vicina a Manchester).

Libby era peraltro stata ordinata sacerdote proprio nel duomo di York 20 anni fa, nel 1994, ma nonostante l’annuncio della sua consacrazione a vescovo fosse atteso, nondimeno non ha mancato di suscitare aspre critiche da parte dei più tradizionalisti.

Infatti anche se le donne sono ammesse al sacerdozio nella Chiesa anglicana d’Inghilterra da decenni, le riforme che hanno permesso l’apertura agli ordini superiori anche al clero femminile sono “solo” del novembre scorso, ma le frange più conservatici hanno comunque mantenuto un atteggiamento ostile. Ma non dimentichiamo che un terzo di tutti i preti anglicani d’Inghilterra sono donne, e che una donna è il Governatore supremo di tutta la Chiesa, ovvero la regina Elisabetta II d’Inghilterra.

A testimonianza della non facile accettazione delle riforme è stata l’improvvisa interruzione, nel bel mezzo della liturgia di consacrazione di Libby, arrivata per voce del reverendo Paul Williamson, che nella solennità della celebrazione ha rotto il silenzio pronunciando un secco “No”, e riferendosi alla Bibbia (“Not in the Bible”).

Come a dire: attenzione, state volontariamente trasgredendo le indicazioni e consuetudini codificate dai testi sacri. Naturalmente la cosa non ha poi imepdito al celebrante, John Sentamu, di proseguire con il rito e ordinare Libby con soddisfazione di tanti e indignazione di pochi.

Il processo di riforma del clero anglicano, che permette da ora in avanti anche alle donne di fare “carriera” esattamente come i sacerdoti uomini, ci fa riflettere su come sia ormai necessario che, con i tempi, i modi e la saggezza e lungimiranza necessari, anche la Chiesa cattolica rivaluti il ruolo pastorale della donna.

Da credente non credo di affermare cosa blasfema nel sostenere che è vicino il tempo delle donne sacerdote anche nelle nostre parrocchie, e che grande e fruttifero sarebbe il contributo femminile in questa veste. Che ne pensate?

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Foto| via Pinterest
Via | Repubblica.it

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ultimo aggiornamento: 27-01-2015