E’ uno degli stereotipi di genere più insidiosi, subdoli e duri a morire che esistano: le donne sono brave perché lavorano sodo, perché “sgobbano”, ma solo gli uomini possono essere “geniali” (tranne qualche rara eccezione).

Se ci riflettiamo, questo velenoso pregiudizio che “schiaccia” le ambizioni femminili e mortifica il talento delle donne si insinua fin dalle scuole elementari. Le bambine vanno meglio a scuola, hanno voti più alti non perché siano più intelligenti, ma perché studiano di più e hanno una maggior determinazione. Tutta questione di volontà, quindi, di impegno.

Ma basta che l’intelligenza brillante del maschio si “accenda” in un lampo di genialità per far passare in secondo piano mesi, anni, di duro studio e lavoro indefesso, silenzioso e faticoso, della donna, con il suo umile e discreto intelletto “pratico”. Insomma, perché i grandi chef, che che “inventano” piatti unici e innovativi, sono uomini, mentre in cucina a lavorare e spadellare ogni giorno piatti deliziosi sono soprattutto le donne?

Questione di genio. Perché le donne insegnano filosofia e gli uomini fanno i filosofi ed elaborano teorie? Menti più creative, menti più brillanti, menti più spiccatamente speculative. Perché le donne nelle arti hanno avuto pochissimo spazio e sempre una minor considerazione rispetto al merito? Perché il genio artistico è degli uomini, le donne, semmai, possono avere “buona mano”. Li sentite riecheggiare nella mente?

Certo, oggi come oggi le cose sembrano andare verso un riequilibrio, ma, come anticipavamo, il pregiudizio è antico, radicato e rimane, diciamo così, in sottofondo. Uno studio americano ha provato a “scavare” nel fenomeno intervistando quasi 2000 accademici universitari in diverse discipline per capire quali fossero le loro opinioni in merito alla presenza e all’apporto femminile in tali ambiti di studio.

Ebbene, nessuno metteva in dubbio che le donne con la loro intelligenza e capacità potessero arrivare in alto e ottenere ottimi risultati, ma nelle discipline in cui era considerato come fattore fondamentale non tanto e non solo l’impegno, quanto una sorta di talento innato, le donne venivano istintivamente meno considerate.

La ricerca rivela che se le donne non riescono ad emergere e fare carriera in determinanti ambiti di studio e di ricerca non è perché non vengono riconosciute capaci, ma perché meno dotate di talento innato, di quel “quid” in più che invece sarebbe geneticamente, o meglio, cromosomicamente appannaggio maschile.

Dallo studio, inoltre, emerge anche un altro dato, ovvero che questo pregiudizio di genere è particolarmente presente tra gli afroamericani. Siamo quindi di fronte ad una discriminazione di natura culturale che va sradicata fin dal suo primo apparire nelle scuole primarie, anzi, a partire dall’educazione casalinga.

Nessuna bambina deve crescere pensando che per quando intelligente possa essere non sarà mai brillante quanto un uomo brillante. Nessuna bambina geniale deve mai pensare che il suo sia un genio di.. serie B.

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Foto| via Pinterest
Via | huffingtonpost.com

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ultimo aggiornamento: 31-01-2015