Il mondo del bio, dall’alimentazione alla cosmesi, soprattutto in risposta al crescente successo del naturale sul mercato, è uno di quelli che risente maggiormente di contraffazioni. E così il consumatore deve essere attento in fase di acquisto a valutare l’affidabilità di un marchio, saper leggere le etichette e capire al volo i simboli delle certificazioni bio, in modo da mettere nel carrello sempre i prodotti giusti.

In America, dove una buona fetta di gente si è data all’organic, è in corso un contenzioso che riguarda il trucco minerale falso, il quale attira le donne con un attributo fittizio (e magari con un prezzo più competitivo del minerale vero) per poi lasciarle deluse dai risultati. La conseguenza di questo andazzo è stata che alcune aziende davvero mineral si sono ribellate, mettendo in guardia sugli acquisti di cosmesi decorativa sbagliati.

E in effetti negli Stati Uniti, così come altrove nel mondo, c’è una lacunosa regolamentazione proprio a proposito del trucco minerale, ammettendo al circolo di cosmetici mineral anche quelli che di miche e ossidi ne contengono solo una piccola percentuale. Tutto il resto dell’INCI è invece occupato da talco, siliconi e riempitivi da laboratorio, i quali rendono il prodotto tutt’altro che salubre per la pelle.

La vera rivoluzione del minerale e il suo punto di forza sono invece l’alta tollerabilità da parte dell’epidermide. Virtù data dalle polveri libere fatte esclusivamente con ferro, titanio e mica trattati e micronizzati. Le liste ingredienti sono scarne e pure, i cosmetici sono leggeri sul viso, molto scriventi e caratterizzati da un bassissimo (quasi nullo) potere allergizzante o occlusivo, tanto da essere usati con successo anche dalle pelli più sensibili.

EMANI, marchio d’eccellenza nel campo del minerale, è arrivato addirittura ad eliminare dal nome completo dell’azienda l’attributo “Minerals”, proprio per evitare di essere associato ad altri marchi con linee che di naturale non hanno nulla. Michelle Doan, fondatrice del brand, è ricorsa a questo stratagemma per recuperare la fiducia delle clienti ed evitare confusione sui prodotti.

A titolo esemplificativo la Doan ha reso pubblico un piccolo specchietto delle formulazioni dei suoi cosmetici mettendole a confronto con quelle dei competitor del falso minerale. Inutile dire che la differenza è abissale:

  • Estratto di pompelmo vs. Isopropyl e Triclosan
  • Tè verde vs. Petrolati
  • Caprifoglio vs. Talco, Parabeni e Nitrosodiethanolamine
  • Oli essenziali da agricoltura biologica vs. Olio minerale e Butylated Hydroxytoluene

E a noi non resta che metterci l’anima in pace e rassegnarci a leggere meglio le etichette dei prodotti che comperiamo. Si sa, un acquisto consapevole riduce il rischio di brutte delusioni.

Foto | da Flickr di Alejandro Martinez

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ultimo aggiornamento: 02-02-2015