Si parla sempre della discriminazione femminile sul lavoro, del divario salariale tra uomini e donne e poi una giornalista americana mette in luce una novità davvero molto interessante: nel 38 percento delle coppie eterosessuali sposate negli Stati Uniti, le donne guadagnano più dei loro mariti. Il potere rosa sembra trionfare nei matrimoni a stelle e strisce. È ovvio che questo dato no rappresenta il 38 percento delle donne negli Usa, ma solo un terzo di quelle sposate, ma è già un elemento che indica un cambiamento.

Un cambiamento non sempre ben digerito nella coppia. Secondo il Bureau of Labor Statistics statunitense, il trend è in costante ascesa dal 1987, quando la percentuale era ferma appena al 7%. Peccato solo che un reddito maggiore per la moglie, spesso è associato a una relazione che sta naufragando, se entrambi lavorano. Proprio così. Se invece il matrimonio è salvo, questo dato rappresenta famiglie monoreddito in cui il marito non lavora a causa della crisi che negli ultimi anni ha colpito il Paese.

Questa è una lettura un po’ diversa, decisamente più triste e meno incoraggiante. Come mai i matrimoni naufragano, se le contribuisce in modo cospicuo al reddito domestico? Secondo l’Università di Chicago non è semplicemente una questione di soldi e neanche di assenza: la moglie che guadagna tende a voler fare ancora più cose in casa e per la casa. Questo atteggiamento stressa le moglie a tal punto da voler liberarsi del vincolo matrimoniale. E poi aggiungiamo il duro colpo all’orgoglio maschile, che si sente svilito nel suo ruolo di capofamiglia e proprio per questo sceglie, come conferma della sua virilità, il tradimento.

Via | Il Messaggero

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ultimo aggiornamento: 11-02-2015