Le donne nel regno saudita non possono guidare. Quello che per noi è un gesto normale, che fa parte della nostra quotidianità, a poche ore di aereo è vietato. Gli unici limiti che ci poniamo, noi Occidentali, sono quelli relativi al codice della strada. Prima di Natale due giovani attiviste hanno preso di proposito un auto, cercando di attraversare il confine, e sono state arrestate per terrorismo (la pena in Arabia Saudita di solito è la fustigazione). Lo storico saudita Saleh al-Saadoon, in un’intervista alla tv araba Rotana Khalijiyya, ha esposto pubblicamente la sua tesi su come mai è corretto che una donna non abbia l’autorizzazione alla guida.

A loro non importa di venire violentata a lato della strada, ma a noi importa. Per loro, invece, non sarebbe un grande problema. Nel nostro caso si pone un problema di natura sociale e religiosa.

Per spiegare meglio le sue parole: in caso di avaria o di incidente, le donne potrebbero essere violentate, restando sole e indifese. Alle donne occidentali non importa dei pericoli dei reali a sfondo sessuale (ma davvero? Per fortuna che storico ha voluto precisare), ma ovviamente in Arabia Saudita c’è una sensibilità diversa.

L’intervistatore ha fatto notare allo storico che il rischio violenza esiste anche se una donna si fa accompagnare in macchina da un autista uomo (per esempio un taxi). La risposta sarcastica non ha tardato ad arrivare. Ha proposto un battaglione di donne straniere che facciano da autiste alle signore.

Via | Il Giornale

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ultimo aggiornamento: 11-02-2015