Nel mondo del lavoro ci sono delusioni scottanti, ma diventano tremende quando sono una questione di genere o di religione. La cosa peggiore è che siano entrambe le cose. Questa è la storia di una ragazza del terzo anno del Marignoni Polo, un istituto professionale vicino Arco della Pace. Doveva fare uno stage presso uno hotel milanese, era tutto concordato, finchè la direzione dell’albergo ha ricevuto una fotografia della studentessa: un bel tailleur blu e un velo.

Il risultato? L’hotel Zara, un tre stelle vicino al nuovo Pirellone, ha ritarato la sua proposta. Preferisce evitare, questa la scusa – neanche troppo velata (ops, scusate il gioco di parole) – utilizza. La ragazza è nata a Milano, ma i suoi genitori sono egiziani e porta il velo, come le donne della sua famiglia, da quando ha tre anni. A essere indignati sono stati soprattutto i suoi compagni di classe e ovviamente la scuola. È evidente la discriminazione e non è accettabile.

Non capisco perché mai con i capelli scoperti avrei lavorato meglio. In classe, all’inizio, i miei compagni mi hanno fatto domande, ma quando hanno capito che si trattava di una mia scelta l’hanno presa come una parte di me e nessuno ci fa più caso.

Ha raccontato la giovane a La Repubblica. Ovviamente, l’albergo ha minimizzato:

Si è trattato sicuramente di un’incomprensione. Siamo sempre stati molto aperti alla formazione e abbiamo dipendenti di qualsiasi etnia. Credo che il problema fosse una questione di disponibilità di stage: abbiamo un numero eccessivo di richieste da parte delle scuole e non possiamo accoglierli tutti.

Sarà, peccato che la studentessa ha fatto comunque lo stage: ha fatto cambio con una sua compagna di classe, un ragazza filippina che ha preso il suo posto all’hotel zara.

Foto | Pinterest

Via | Repubblica Milano

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ultimo aggiornamento: 25-02-2015