Saper dire di no non è una qualità femminile, soprattutto se si tratta di lavoro extra. C’è uno strano senso del dovere che ci contagia come un virus letale da piccolissime e ce lo portiamo dietro per tutta la vita, con il drammatico risultato che ci ritroviamo sempre cariche di impegni. Lo dimostra una ricerca della società statunitense di Psicologia del lavoro.

Se da un lato rendersi disponibili è un modo per dimostrare ambizione e dedizione, dall’altro è sicuramente controproducente: sacrificarsi troppo vuol dire non avere abbastanza stima di sé e a volte nel lavoro non dà i risultati sperati. Gli uomini non fanno così. Questa differenza non è caratteriale. Secondo gli esperti si tratta di una differenza di genere basata su delle norme sociali condivise. Katharine O’Brien, uno degli autori dello studio, ha così commentato:

Le donne sono in genere ritenute aiutanti, collaboratrici, dire no è contrario a quello che ci si aspetta da loro.

Bisogna smetterla di fare sempre le segretarie e le assistenti (senza offesa per chi svolge con dignità e orgoglio queste attività). Bisogna imparare ad assumere atteggiamenti vincenti se l’obiettivo è fare carriera. C’è però un altro problema: la società si aspetta che la donna dica sì. Ne consegue che un rifiuto può avere delle ripercussioni, sia per le valutazioni delle prestazioni lavorative sia perché vengono segnalate di meno per eventuali promozioni. E riscuotono minor simpatia.

Come comportarsi? Allora mai di no in modo istintivo. È meglio far presente al capo di che cosa vi state già occupando e di chiedergli quali siano le urgenze in modo tale da riprogrammare la vostra scaletta. Ovviamente, sarà lui stesso a capire che siete troppo cariche. Inoltre, se decidete di rifiutare un incarico, non dovete sentirvi poi in colpa.

Via | D Repubblica

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ultimo aggiornamento: 29-04-2015