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Le donne saranno anche il gentil sesso o il sesso debole, ma una volta al comando fanno impennare gli utili. È quanto dimostra uno studio del Pearson Institute for international economics di Washington, dopo aver analizzato quasi 22mila aziende in 91 Paesi. Per quanto riguarda l’Italia, il monito ha toccato 196 aziende. Le quote rosa sono ancora un problema, ma le signore dimostrano di conquistare una buona fetta di mercato con professionalità.

L’Italia sale sul podio con la più alta partecipazione di donne manager nei board delle quotate (il 27,6 %): è preceduta solo da Norvegia e Lettonia, mentre Germania e Olanda hanno solo il 6% della rappresentanza femminile nei cda. Il risultato si deve alla legge sulle quote entrata in vigore nell’estate del 2012. L’economista Daniela Del Boca ha inoltre commentato:

Le manager sono consapevoli di essere guardate a vista e quindi danno sempre il massimo. Lavorano di più. Mediamente sono molto preparate perché devono dimostrare di meritare un posto che è stato affidato loro grazie a una legge. Inoltre il loro arrivo scardina dinamiche di potere tanto consolidate quanto controproducenti. Penso per esempio alla corruzione.

Seppur questi siano risultati importanti e positivi, il problema è la partecipazione al lavoro: il tasso è davvero basso. Gli enti internazionali tra l’altro consigliano l’assunzione di professioniste, perché a quanto pare sanno come incrementare gli utili (+ 6% annuo).

Via | Corriere

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ultimo aggiornamento: 10-02-2016