L’INPS ha reso nota una circolare nella quale si parla, finalmente, del congedo per le donne che hanno subito violenza: si completa così il percorso avviato dal Jobs Act, con la circolare numero 65 che spiega le modalità dell’erogazione di indennità che spetta alle lavoratrici del settore privato. Purtroppo rimangono ancora escluse le lavoratrici domestiche e famigliari.

Il provvedimento, fortemente sostenuto da WeWorld, era stato introdotto a giugno 2015 nel Job Acts, ma fino a oggi non era mai stato operativo. Un provvedimento importante, come sottolineato dall’indagine nazionale “Quanto costa il silenzio” del 2014: secondo i dati la violenza contro le donne avrebbe un costo annuo di circa 17 miliardi di euro, con un impatto forte e negativo sulle relazioni sociali e lavorative delle donne vittime.

Le stime parlano di un milione di giornate lavorative perse, che possono aver ripercussioni sulla vita delle donne, con la perdita del lavoro o della possibilità di fare carriera e di avere uno stipendio maggiore. Ma gli effetti negativi si ripercuotono anche sulle famiglie delle donne vittime, con una diminuzione del benessere famigliare a causa delle minori entrate, oltre che sulle imprese, sugli istituti di previdenza, sullo stato stesso. Il costo totale era stato calcolato in 604,1 milioni di euro.

Il provvedimento, che prevede l’astensione retribuita dal lavoro di massimo tre mesi per le donne che subiscono violenza e che sono inserite in percorsi di protezione, è un passo fondamentale, anche se, ovviamente, non è sufficiente. Bisogna ancora lavorare molto, ma già questo è un buon inizio!

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ultimo aggiornamento: 19-04-2016