Quando nasce una bambina si usa un fiocco rosa, quando nasce un bambino un fiocco azzurro. E per il resto della loro vita femminucce e maschietti saranno “etichettati” con la tonalità di partenza. Se le ragazze sceglieranno l’azzurro nessuno dirà niente, ma guai a usare il rosa se siete dei maschi, perché si perde la virilità. Pregiudizi belli e buoni, non trovate?

Ma poi, perché alle donne è stato dato il rosa e ai maschietti l’azzurro? Perché il rosa è considerato il colore delle donne? Qualche tempo fa, l’Atlantic in suo articolo, che riprendeva il libro di Jo B. Paoletti dell’Università del Maryland “Pink and Blue: Telling the Boys from the Girls in America“, ci svela che il rosa e le donne sono state abbinate di recente: nel diciottesimo secolo era normale indossare il rosa se eri un uomo e bambini maschi e bambine femmine indossavano abiti lunghi bianchi, senza differenze.

Il rosa e l’azzurro vennero introdotti nell’abbigliamento dei bambini a metà del diciannovesimo secolo, ma ancora non indicavano un genere piuttosto che l’altro. Uno dei primi riferimenti è in Piccole Donne, con il nastro rosa per le bambine e l’azzurro per il nastro. Una moda francese, come suggerito dall’autrice. All’inizio del 900, poi, i colori erano invertiti: il rosa, che ricordava il rosso, era per i maschi, per indicarne la forza, l’azzurro ricordava il velo della Vergine Maria e quindi più indicato per le donne.

Le cose cambiano negli anni ’30 e ’40, quando il guardaroba degli uomini è diventato più scuro, quando l’abbigliamento dei bambini cominciò a differenziarsi e le cose divennero sempre più “rigide” negli anni Cinquanta, quando, chissà perché, il rosa divenne il colore delle donne e l’azzurro dei maschi.

E oggi è ancora così… anche se, per fortuna, molte cose sono cambiate, mentre altre devono ancora cambiare!

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ultimo aggiornamento: 06-09-2016