(Aggiornamento 6 ottobre 2016)

Hanno vinto le donne. Ha vinto il buon senso. Ha trionfato la libertà. Il governo polacco ha fatto marcia indietro sulla assurda legge anti aborto proposta dalla matrice ultra-cattolica che aveva chiesto di inasprire ancora di più una legge che di per sé lo è già abbastanza, soprattutto in Polonia. Il ministro della ricerca scientifica, Jarosław Gowin, ha comunicato ufficialmente di aver abbandonato definitivamente questa assurda proposta.

Alla fine la protesta massiccia delle donne polacche ha avuto la meglio, in tantissime sono scese in piazza a protestare, sono partite dai paesi e hanno lasciato tutto per poter dire la loro, per salvaguardare la propria vita ma soprattutto proteggere le loro figlie dall’inferno che loro conoscono fin troppo bene. L’aborto non è un capriccio, è un diritto conquistato sulla morte e la sofferenza di tante donne che sono state costrette a farlo in modo clandestino e sono morte da sole, in casa e senza cure, per infezioni e complicazioni. Tornare a quelle realtà è assurdo, come lo sono tutti i ginecologi obiettori di coscienza che rendono, anche nella nostra evolutissima Italia, un nostro diritto un percorso complicato e umiliante.

Il mondo deve andare avanti e non commettere ciclicamente sempre gli stessi errori.

via | repubblica

Donne polacche in piazza contro la proposta di legge anti aborto

(Aggiornamento 4 ottobre 2016)

Migliaia di donne ieri sono scese in piazza in Polonia, vestite di nero, per protestare contro la nuova proposta di legge per vietare l’aborto, sono arrivate fino alla sede del partito di governo a Varsavia e hanno bloccato ingressi e uscite. Vietare l’aborto è fare un passo indietro di svariati decenni, vuol dire impedire alle donne di essere padrone del proprio corpo e della propria vita.

La proposta di legge è stata fatta da un gruppo estremista ma ha fatto arrabbiare moltissimo le donne e tutte le persone che combattono per diritti e libertà. In Polonia l’aborto è già sottoposto a rigide regole, si può abortire solo in caso di stupro, incesto o minaccia alla salute della madre o se il bambino ha patologie talmente gravi da riportare gravi disabilità per tutta la vita. Pensate che da noi in Italia si può interrompere una gravidanza per qualsiasi motivo entro i tre mesi, senza dover dare spiegazioni a nessuno se non a noi stessi, immaginate anche solo per un attimo di poter abortire neanche in casi veramente gravi.

Gabriela, una ricercatrice di 41 anni di Varsavia, ha dichiarato: [quote layout=”big”]“Stanno violando i nostri diritti civili, e voglio dare il mio sostegno a tutte quelle donne che potrebbero esserne danneggiate, che potrebbero vedersi negata l’assistenza medica e forzate a mettere al mondo un figlio disabile, e lo sto facendo per mia figlia”.[/quote]

Una situazione assurda che potrebbe portare i medici a effettuare sempre meno test prenatali che, oltre a identificare patologie e problemi durante la gravidanza, possono anche compromettere la salute della donna, ad esempio nei casi di gravidanza extrauterina. Speriamo che sia solo una brutta vicenda isolata e che rientrerà tutto presto, si rischia davvero di tornare alle procedure illegali senza un minimo di sicurezza o ai viaggi della speranza oltre confine in Germania o Slovacchia.

foto | da flickr di colectivoharimaguada

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ultimo aggiornamento: 06-10-2016