La vita a volte prende delle pieghe inaspettate e sta a noi reagire, metterci tutta la forza che abbiamo, e andare avanti con determinazione e coraggio. Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, ma non è così per Simona Anedda, una ragazza romana di 42 anni che 4 anni fa ha dovuto fare i conti con una diagnosi di sclerosi multipla, una malattia che ad oggi non ha una causa, e nemmeno una cura. Simona ha deciso di non diventare la sua malattia, si è adattata ed ha continuato a realizzare i suoi sogni, uno su tutti… viaggiare!

I viaggi sono sempre stati la passione di questa giovane donna e nonostante le difficoltà e gli avvertimenti dei medici, ha esplorato il mondo, prima con il bastone e adesso con la sua carrozzina. È stata 2 mesi in Brasile a pochi mesi dalla diagnosi, e poi ha continuato a viaggiare, nel 2015 ha fatto il suo primo viaggio da sola da disabile in carrozzina ed è andata in Islanda a trovare due amiche conosciute ai tempi dell’Erasmus. L’anno scorso è andata a Miami con il nipote di 16 anni, in America c’è un’altra mentalità, non ci sono barriere e ci si può muovere con molta facilità anche sui mezzi… in Italia si hanno difficoltà pure a salire su un treno o prendere un taxi. [quote layout=”big” cite=”Simona Anedda]“Sono peggiorata nel giro di qualche anno, non riuscivo più a camminare, a muovere le braccia. A Roma uscivo poco perché ci sono troppe barriere architettoniche. Dopo diversi tentativi sono riuscita a ottenere dalla Asl una sedia a rotelle superleggera con il motorino, che mi permette di muovermi poiché non ho più forza nelle mani. Così sono rinata e ho deciso di accettare l’invito di due amiche islandesi, conosciute durante il periodo di Erasmus, facendo il mio primo viaggio da “disabile”, sulla sedia a rotelle, nell’estate 2015”.[/quote]

Adesso Simona sogna l’India, sta già organizzando il suo viaggio ed è riuscita a raccogliere i soldi necessari per partire grazie ad un crowdfunding su Produzioni dal Basso e alla vendita di magliette con il sostegno di alcuni sponsor. Sogna di dormire in centro ayurvedico, nella regione del Kerala, per ritrovare la fiducia in se stessa e magari riuscire ad arrivare ai piedi dell’Himalaya. Raccontata così la vita di Simona sembra quasi facile, ma non lo è affatto, ha una forma molto aggressiva di sclerosi multipla che le rende difficile fare anche i gesti quotidiani che noi diamo per scontati, la sua forza sta proprio nel reagire, nel continuare a realizzare i suoi sogni, vivendo a pieno tutti i giorni.

[quote layout=”big” cite=”Simona Anedda]“In ospedale mi dicono che per me non ci sono cure, penso che non avrò una vita lunga e non intendo stare chiusa dentro casa a piangermi addosso. Quando viaggio, mi dimentico della malattia. I medici dicono che sono pazza, ma non voglio arrendermi. La malattia mi ha spinto a rivedere le mie priorità, a cambiare prospettiva, anche a chiedere aiuto a persone che non conosco. Vorrei scrivere una serie di guide di viaggio per le persone che hanno le mie stesse difficoltà: a volte non è solo a causa della disabilità che non si viaggia, ma per paura o per carenza di informazioni. E poi vorrei lanciare un messaggio di speranza: anche con una malattia, su una sedia a rotelle, si può continuare a vivere, cercando di fare ciò che piace. Ogni giorno è davvero un altro giro di giostra”.[/quote]

Simona Anedda deve essere uno stimolo per tutti noi che molto spesso ci piangiamo addosso senza neanche provare a cambiare la nostra vita e a migliorarla.

via | corriere

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ultimo aggiornamento: 25-01-2017