Rimuovere i peli superflui è un’attività impegnativa, che implica una certa costanza e precisione. La ceretta dà un respiro di tre, massimo quattro, settimane, mentre il rasoio e la crema depilatoria pochi giorni. Le tecniche che assicurano una rimozione se non definitiva almeno a lunga durata sono il laser e la luce pulsata. Qual è la differenza tra questi due metodi?

Sono molto simili, quindi un occhio non esperto potrebbe non notarne alcuna differenza. In realtà sfruttano lunghezze d’onda diverse. Il laser è costituito da un’unica lunghezza d’onda in grado di individuare il follicolo pilifero senza toccare praticamente la cute (in questo senso è più delicato per la pelle), la luce pulsata, invece, è composta da un fascio di lunghezze d’onda diversi che colpiscono la pelle (la melanina presente sulla cute) e il pelo.

Per questo motivo la luce pulsata andrebbe evitata in estate, perché tende a macchiare, e funziona soprattutto su carnagioni chiare con peli scure, mentre il laser è utile anche su cuti più scure o abbronzate e si può fare tutto l’anno. Qual è la migliore? Non è una domanda corretta, perché entrambi sono ottimi strumenti e altamente sofisticati. La scelta deve essere fatta in base al tipo di carnagione e di pelo.

Ricordiamo inoltre che spesso l’epilazione laser e a luce pulsata sono definite come permanenti. In realtà non c’è nulla di definitivo, ma sicuramente hanno una durata temporale molto lunga. Per il mantenimento ottimale si consiglia, dopo il primi ciclo di rimozione dei peli (che può durare da 5 a 10 sedute), di valutare i risultati e poi di prevedere un “richiamo” ogni 18 mesi. Come mai? Perché esistono dei follicoli silenti, quelli cioè che non producono peli, che possono però attivarsi sotto stimolo di ormoni o farmaci.

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ultimo aggiornamento: 10-10-2017