Ribellarsi alla violenza e scegliere l’amore, quello dolce, fatto di gesti gentili, è una prova di coraggio. Lo sanno bene le donne dalla cooperativa Viola, composta vittime di violenza coniugale. Già, perché i dati ci dicono che gli abusi più numerosi si consumano proprio in famiglia, dove dovremmo vivere al sicuro, protette. Antonella, Raffaela e Maria hanno conosciuto l’inferno, ma sanno anche quale strada si deve percorrere – con fatica – per ritrovare la propria serenità.

Queste tre ragazze della coperativa Viola, fuggite dalle aggressioni dei loro compagni, hanno aperto Viva Bistrot in via De Marinis a Poggiomarino (Napoli). E’ un locale molto carino dove mangiare, bere qualcosa e rilassarsi in compagnia di un libro. E perchè no, magari, è anche un modello da esportare, un esempio di forza e di coraggio. Di sicuro, è il loro punto di partenza, proprio da qui stanno ricominciando a vivere. Antonella ha raccontato a Repubblica:

“Il nostro bistrot si chiama Viva perché racchiude infiniti significati positivi. Viva perché esprime il concetto “Sono viva”, “resto viva”, perché “Evviva si mangia”, perché se al dito medio aggiungi l’indice passi dalla sconfitta violenta alla vittoria non violenta. Perché la terra è viva e madre, perché è un nome che apre, connette, accoglie”.

Antonella, Raffaela e Maria da sabato serviranno ai tavoli, una di loro cucinerà assieme allo chef.

“Siamo entusiaste ora possiamo davvero guardare avanti , il passato è alle nostre spalle”.

Via | Repubblica

Foto | Pina Picierno, Deputata parlamentare su Facebook

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ultimo aggiornamento: 12-10-2017