Malala Yousafzay ha vinto il Premio Nobel per la Pace 2014, insieme a Kailash Satyarthi, attivista indiano 60enne che si batte per i diritti dell’infanzia e contro lo sfruttamento dei minori. Sicuramente il nome di Malala è quello, tra i due, più famoso, per la storia che nel settembre del 2012 ha commosso tutto il mondo: la giovane pakistana, classe 1997, infatti, era diventata tristemente nota per una vicenda di cronaca. La ragazza era stata, infatti, gravemente ferita dai talebani.

Per mesi si era parlato delle sue condizioni di salute e di quello che aveva dovuto subire: come lei, tante altre donne in Pakistan si vedono ogni giorno negare il diritto allo studio e all’istruzione. Malala è diventato il simbolo di tutte quelle donne che vogliono lottare per cambiare le cose, per assicurare un futuro migliore al proprio paese.

Malala Yousafzay, già premiata dall’Unione Europea per i diritti umani, era stata indicata a novembre 2012 come una possibile candidata a ricevere il Premio Nobel per la Pace: erano state raccolte firme a favore di questa petizione e la mobilitazione era stata davvero imponente e aveva riguardato tutto il mondo.

Lei da allora ha lavorato attivamente in difesa dei diritti delle donne nel suo paese, in particolare per garantire a tutte le ragazze di poter accedere alle scuole: nella regione dello Swat, dove si è concentrata la sua attenzione, i talebani vietano alle donne di frequentare gli istituti scolastici.

Ed oggi la notizia del riconoscimento: Malala ha vinto il Premio Nobel per la pace 2014!

Nobel per la pace a Malala la ragazzina pakistana ferita, 30mila firme a favore

A cura di Patrizia Chimera, 12 novembre 2012

Malala

Su internet sono già state raccolte trentamila firme per Malala, la ragazzina pakistana che ad ottobre scorso era stata gravemente ferita dai talebani e che, purtroppo, ancora oggi si trova ricoverata in ospedale in Gran Bretagna, a Birmingham, per le lesioni riportate. 30mila persone che chiedono che alla giovane sia assegnato il Nobel per la Pace.

Un mese fa la storia di Malala aveva commosso tutto il mondo. Quello stesso mondo che oggi si stringe intorno a lei e al suo dolore, raccogliendo l’appello del sito internet Ch’ange.org a firmare la petizione per poterle assegnare il Nobel per la Pace, proprio a lei che è diventato un simbolo per tutte le donne che in quei paesi ancora si vedono negare il diritto all’istruzione.

Shahida Choudhary, leader di questa campagna, ha spiegato le ragioni di questa raccolta di firme per Malala:

Malala non rappresenta solamente una giovane donna, parla per tutte quelle alle quali è negata un’istruzione solamente in base a ragioni di sesso. Malala vuole che io dica a tutto il mondo quanto sia riconoscente ed impressionata da quanti uomini, donne e bambini si siano interessati alla sua guarigione.

A sostegno della campagna si è anche espresso Asif Ali Zardari, presidente pachistano, sottolineando come Malala Yousufzai, nonostante abbia solo 15 anni, sia un simbolo forte di tutto quello che è stato fatto di buono nel paese. Chi l’ha colpita, continua il presidente, voleva uccidere il Pakistan e non solo questa figlia del Pakistan, che rappresenta il coraggio delle ragazze e delle donne pakistane. Parole rilasciate nel giorno del Malala Day, celebrato in tutto il mondo il 10 novembre. Il presidente ha anche annunciato l’iniziativa “Waseela-e-Taleem” per sostenere il diritto all’educazione anche nelle famiglie povere.

Intanto l’associazione rende noto che Malala è ancora ricoverato presso un ospedale di Birmingham: le sue condizioni migliorano, anche se molto lentamente.

Via | Tg3

Riproduzione riservata © 2024 - PB

ultimo aggiornamento: 10-10-2014