Alfio Giomi, presidente uscente della Fidal, si ricandida. Scorrendo la sua lista dei candidati al Consiglio Federale, solamente tre le donne presenti, due candidate in quota atleti (la martellista Silvia Salis e l’ostacolista Marzia Caravelli) e una in quota tecnici (Liana Calvesi).

Come mai ci sono così poche donne nelle istituzioni sportive? Alfio Giomi ha una spiegazione:

[quote layout=”big”]Mi auguro di vedere un consiglio federale composto da sette uomini e tre donne e se così dovesse essere sarebbe un passo in avanti di tutto il movimento, che fa fatica a esprimere forze femminili, è vero, ma per un motivo preciso, credo: fare il presidente federale, parlo di questo perché è la mia materia, è un lavoro a tempo pieno, totalmente assorbente e che lascia pochissimo spazio al resto della vita. La vita di una donna, magari madre e moglie, è difficilmente compatibile con l’attività federale al massimo livello proprio per la mole di lavoro. Purtroppo scontiamo una cultura che tiene la donna ai margini, trovarne di brave è facile e spesso le donne portano qualcosa in più. Ma non è facile chiedere loro il sacrificio di un tale, enorme lavoro. Non è un problema della Fidal, ma tutto lo sport italiano.[/quote]

Sì, lo ha detto davvero: perché, per gli uomini, magari mariti e padri, non è la stessa mole di lavoro? Ah già, i due pesi e due misure…

Via | Repubblica

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ultimo aggiornamento: 21-10-2016