L’ultimo saluto alla Lady di Ferro tanto amata/odiata dai sudditi britannici, Margaret Thatcher, si è svolto oggi, 17 aprile, con tutti gli onori del caso, alla presenza della Regina Elisabetta II, di capi di Stato e personalità politiche di altissimo profilo che della ex Primo Ministro conobbero e ammirarono la forza, il coraggio, il temperamento combattivo.

Figura talmente emblematica e dominante da aver conferito il proprio nome ad una intera stagione politica – il tatcherismo – che ha dominato per tutti gli anni ottanta, Margaret Thatcher ha sempre suscitato emozioni e giudizi controversi, sono ancora tanti, infatti i lavoratori che hanno giurato odio eterno all’allora premier, per le sue misure estreme e i tagli allo stato sociale.

Neppure di fronte alla morte, sopravvenuta per un ictus all’età di 87 anni in un fisico giù minato dalla demenza senile, i messaggi ostili nei suoi riguardi si sono fermati. Certo meglio questo della solita, indigesta ipocrisia post mortem. Ma per il resto, l’ultimo addio di Londra alla lady di ferro ha una grandiosità senza precedenti, pur senza essere funerale di Stato.

Ad esempio il “mitico” Big Ben è rimasto muto al passaggio del feretro, un silenzio carico di rispetto che venne concesso come omaggio solo in occasione delle esequie di un altro grande “big” della politica inglese, Winston Churchill. La cerimonia funebre si è svolta nella cattedrale di St Paul, alla presenza di 2300 invitati, tra cui 170 capi di Stato (per l’Italia è giunto Mario Monti), e il feretro della Thatcher è stato avvolto dalla Union Jack, la bandiera del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord.

Una presenza più significativa delle altre è stata sicuramente quella della Regina Elisabetta II, con il consorte Principe Filippo, la quale aveva subito espresso grande cordoglio per la morte della Lady di Ferro, che lei stessa aveva ben conosciuto. Del resto, come rimanere indifferenti di fronte ad un “gigante” della politica, e della storia, dell’Inghilterra? Una donna che aveva avuto il coraggio di smantellare lo stato sociale (siamo alla fine degli anni settanta del novecento), pur di rimettere in sesto le casse di una nazione che stava letteralmente andando in fallimento?

I suoi famosi “tagli” avevano colpito le classi disagiate, i minatori, gli operai. Ma la medicina amara aveva funzionato, e l’Inghilterra era tornata ad essere una grande potenza economica. Solo i posteri potranno dirci se questo leader politico sia stato davvero “grande” come ora ci pare essere, ma nel giorno del suo funerale, ad essere salutata è soprattutto la donna. La madre – dei figli gemelli Mark e Carol – e dei nipotini, che lei adorava. E allora salutiamo anche noi la ex figlia del droghiere che fece carriera solo ed esclusivamente per meriti propri, sicuramente di personalità come la sua non ce ne sono tante, in giro.

Foto| Getty Images

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ultimo aggiornamento: 17-04-2013