Quando ritiriamo i nostri test delle urine e scopriamo di avere una notevole concentrazione di batteri, che cosa significa? Ci dobbiamo preoccupare? In genere, quando effettuiamo il nostro check up annuale, insieme alle analisi del sangue il nostro medico ci prescrive anche il test delle urine, che ci può fornire molte indicazioni non solo sullo stato di salute delle nostre vie urinarie, ma anche l’eventuale presenza di problemi a livello intestinale o ginecologico.

Tornando ai nostri batteri, che significa se nella nostra pipì c’è una bella “coltura” batterica, che in termine medico si definisce batteriuria? Verosimilmente, che siamo in presenza di qualche infezione, anche lieve, in atto. Vediamo meglio.

In genere si parla di batteriuria quando la concentrazione batterica nelle urine è superiore ai 100mila per millilitro di liquido prodotto. Non è difficile intuire che una simile colonizzazione potrebbe indicare una infiammazione in atto, probabilmente a carico delle vie urinarie, ad esempio una cistite. Questa è un’infezione delle pareti interne della vescica, molto comune tra le donne perché la particolare fisiologia femminile agevola i contatti tra la flora batterica intestinale e le vie urinarie o la vagina, che provoca bruciore quando si urina, fitte alla pancia e, talvolta, febbre.

Attraverso una urinocoltura – che consente di individuare esattamente quali famiglie di batteri ci stanno creando il disturbo – il medico può effettuare una diagnosi e soprattutto prescrivere la cura giusta, che è sempre di tipo antibiotico. Non sempre, però, la batteriuria è sintomatica, anzi, spesso e volentieri scopriamo questa presenza eccessiva di batteri solo per caso, effettuando il test. In questo caso, non dobbiamo sottovalutare questo esito anche se noi ci sentiamo bene e non abbiamo fastidi, soprattutto se la batteriuria si manifesta durante la gravidanza. Infatti se per una donna non incinta una concentrazione alta di batteri nella pipì non è preoccupante, viceversa in gravidanza è molto importante stroncare sul nascere qualunque tipo di infezione occulta, soprattutto da Escherichia Coli.

Infatti in questo caso il pericolo che la futura mamma corre è quella di sviluppare un’infezione renale chiamata pielofrenite, ma si può verificare anche un parto prematuro. Per questo motivo alle donne in dolce attesa si prescrive sempre una urinocltura tra la 12ma e la 16ma settimana di gestazione. Come si curano le infezioni alle vie urinarie? Con antibiotici specifici a seconda del tipo di batterio di cui si è rilevata la presenza. In genere non si tratta di cure antibiotiche pericolose per la salute del feto quindi la terapia può essere seguita tranquillamente anche da una donna incinta. In ogni caso, mai trascurare un’infezione batterica, di qualunque tipo sia.

Foto| di micahb 37 per Flickr

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ultimo aggiornamento: 19-04-2013