Cresce l’attesa per la sentenza di primo grado del processo per la morte di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana uccisa dal clan familiare Misseri composto da zia Cosima, zio Michele e cugina Sabrina. In una vicenda dai contorni a dir poco fumosi, in cui il rimpallo di accuse tra i vari membri della famiglia e una certa spettacolarizzazione di tutto l’iter processuale, hanno finito quasi per oscurare la figura della vittima e della sua famiglia, emerge in tutti noi, spettatori sgomenti, un unico desiderio: che sia fatta “davvero” giustizia.

Che Sarah possa riposare in pace e il suo – o i suoi, come pare quasi certo – assassini vengano puniti secondo quando prevede la nostra legge e scontino la pena prevista. Così da non dover mai più sentire parlare di questa aberrante storia di morte. Forse persone come noi, hanno perciò deciso di manifestare questo sentimento anche in modo eclatante usando un sistema molto efficace di comunicazione: il volantino. Anzi, meglio sarebbe parlare di poster, di manifesto, proprio come quelli che si affiggono sui muri delle strade per far pubblicità ai film, agli eventi culturali e agli spettacoli cittadini. Ebbene proprio un poster di questo tipo è stato affisso davanti al Palazzo di Giustizia di Taranto – dove si sta svolgendo il processo di primo grado e da cui si attende la sentenza che dia una prima indicazione di colpevolezza – in cui sotto alla foto di Sarah che tutti abbiamo ormai perfettamente presente – campeggia la scritta “Voglio la verità”.

Chi l’avrà affisso? Non è un mistero grande come quello che sembra circondare l’omicidio Scazzi, infatti ad appenderlo sono stati alcuni aderenti al gruppo “Verità e Giustizia per Sarah Scazzi”, nato su Facebook proprio come movimento pacifico a sostegno della famiglia della ragazza così barbaramente uccisa. Un desiderio legittimo di chiarezza su una vicenda torbida e oscura, che fin dall’inizio ci ha lasciato agghiacciati per la ferocia nelle modalità di esecuzione dell’omicidio – a quanto pere “premeditato” da parte di Cosima Serrano e Sabrina Misseri, ma il condizionale è d’obbligo – e per le dinamiche familiari “malate” che ha portato alla luce. Nel frattempo, la Corte di Assise di Taranto è in seduta dalle 17:30 di lunedì 15 aprile per stabilire la sentenza. Non abbiamo che da attendere anche noi…

Foto| via Facebook

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ultimo aggiornamento: 19-04-2013