Il batik è una tecnica antichissima che ha origini in Indonesia nel XII secolo, che consiste nel coprire delle parti di stoffa -seta, lino, cotone, viscosa e rayon- da tingere, con della cera liquida per permettere l’assorbimento del colore in determinati punti. La parola deriva dal termine indonesiano ambatik che significa tessuto colorato a puntini, a gocce.

Pe iniziare dovete innanzi tutto avere una cornice da batik da usare come telaio o anche la cornice di un vecchio quadro su cui fissare i lati della stoffa. Poi acquistare colori da stoffa o specifici per il batik. Utile è lo strumento chiamato tjanting, costituito da un mini contenitore con manico e un sottile beccuccio ad una estremità da dove far uscire la cera.

La cera si distribuisce con il beccuccio ma anche il pennello va bene. Come cera è meglio quella d’api, semplice da usare, ma possono essere usati anche altri tipi di cera, che prima di essere usata va scaldata a bagnomaria e diluita.

Come si procede? Basta applicare la cera stendendola sulle zone che non si vogliono colorare quindi stropicciare la stoffa e immergerla nel colore per una quindicina di minuti. Fate indurire la cera.

Dopo l’immersione nella tinta bisogna risciacquare e far asciugare la stoffa. Per eliminare la cera basta mettere il tessuto tra strati di carta di giornale e passare un ferro caldo per sciogliere la cera. Per eliminare ogni minima traccia di cera rimasta sul tessuto, immergere il capo nella trielina, e lasciare asciugare.

L’ideale è sfruttare la tecnica per abiti o foulard, ma anche per rinnovare i rivestimenti dei divani o per realizzare qualche tovaglia in più seguendo i nostri gusti. Se siete alle prime armi, iniziate con le stoffe più sottili e chiare per avere dei buoni risultati.

Via | LavorincasaFaidatemania

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ultimo aggiornamento: 11-07-2013