In India è di nuovo violenza. Una giovane studentessa di soli 20 anni è stata stuprata e uccisa, il massacro è avvenuto venerdì ma le autorità indiane hanno reso nota la notizia solo ieri. La ragazza è stata sequestrata dal villaggio di Sulebhavi, una località vicino alla città di Belgaum, dove aveva appena sostenuto un esame. Una morte atroce e disumana che mette il luce un’India sempre più violenta, nonostante le varie misure di sicurezza che erano state varate nei mesi scorsi.

Nello Stato meridionale di Karnataka, riferiscono i quotidiani di New Delhi, questa giovane studentessa è stata rapida e stuprata da un branco di uomini, che poi l’anno uccisa deturpandole il viso. Il cadavere è stato abbandonato in un luogo isolato e sopra è stata trovata persino la firma del branco, la scritta “Maratha”, che indica una casta di guerrieri indiani.

Maratha” significa casta di guerrieri nel dialetto braminico Devanagari, la ragazza tornava a casa dopo aver sostenuto un esame, è stata rapita, stuprata, picchiata e infine uccisa, il suo viso è stato sfigurato con una pietra appuntita, era quasi irriconoscibile. Un atto di violenza gratuito che non ha nessuna motivazione, non c’erano rivalità, interessi. Cattiveria pura, giusto per affermare la supremazia dell’uomo.

Questo efferato crimine si aggiunge a quelli degli ultimi mesi, la ragazza uccisa nell’autobus e le bambine di 5 e 6 anni stuprate e uccise qualche settimana fa. Secondo The Times of India le forze di polizia indiana sono già al lavoro, sono state istituite tre squadre speciali per trovare i colpevoli. Intanto alla violenza si reagisce con le proteste, gli abitanti del villaggio e gli studenti amici della ragazza sono scesi in strada ed hanno bloccato il traffico vicino al terminal degli autobus chiedendo a gran voce la morte degli stupratori.

Il governo indiano dovrebbe prendere in mano la situazione e varare delle leggi severe che tutelino le donne nel modo giusto, senza autobus speciali e tuniche a coprire il corpo e il viso.

Foto | Getty Images
Fonte | repubblica

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ultimo aggiornamento: 29-04-2013