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Ha sfilato sulle passerelle di Milano Moda Donna la collezione primavera estate 2017 di N° 21 che è un concentrato di desiderio di trasgressione e volontà di costruire il nuovo. Nasce così una donna nuova, dall’attitudine iper-femminile che si rinnova sovrapponendo gli elementi a contrasto delle culture contemporanee.

«Ho voluto riappropriarmi del racconto sulla femminilità con cui ho sempre pensato alla mia moda per la donna, ma avevo anche bisogno di rompere delle regole che ritengo siano consumate dal tempo. Ho creato delle sovrapposizioni di immagini attraverso sovrapposizioni di riferimenti per ottenere una femminilità molto moderna che nasce da una forte volontà di cambiare. E ho dato a questa donna una possibilità di trasgressione con la quale costruire un presente in cui la perversione diventa un gioco glamour innocente ma determinante», dichiara il direttore creativo Alessandro Dell’Acqua.

Sovrapposizioni di significati che rispondono a canoni in evoluzione. Simboli eterogenei che convivono per creare significati coerenti con il tempo in cui nascono. Per ottenere, continua Dell’Acqua, «degli elementi di fastidio in una femminilità classica disturbata da elementi di rottura». Effetti di contaminazioni tra il glamour e lo sport che creano immagini eccentriche il cui stare fuori dal centro rappresenta una possibilità in più regalata all’abito e a chi lo indossa.

Ecco allora le sovrapposizioni di gonne e di abiti ottenuti da foulard con le stampe folk tipiche dell’Est Europa che recano tasche applicate ricamate in filo e quasi si nascondono sotto una mezza gonna plissettata e ricamata di paillettes. Maglie scuba chiuse da zip ma con applicazioni di pon pon e passamaneria sulle spalle. Gonne a tubo in chiffon e organza ricamate con le paillettes e chiuse ai lati da zip bordate di tessuto tecnico. Anorak con interno di tulle e tasconi applicati in mikado fronteggiano i bomber in pizzo macramè con tasconi applicati in duchesse. Abiti in macramè inquinati dall’aspetto tecnico della rete a maglia larga. Abiti in popeline o in crêpe de Chine che restano lineari finché non interviene il movimento di una ruche applicata. Sandali con tacco alto, con la punta sottile sovrapposta da un fiocco catarifrangente e con suole tecniche si alternano a platform con la suola running. Grandi zaini in macramé e piccole borse in tessuto ricamato chiuse da macro fiocchi e sorrette da manici e tracolle di corda tecnica. E gli occhiali, nati dalla collaborazione con Linda Farrow, la cui lunetta dorata sulla lente riassume il sintomatico mistero di questo rinnovamento dell’intramontabile potere del fascino della femminilità.

Ricordi, rimandi, sovrapposizioni, sensazioni mescolate e contaminate che creano «un’azione di disturbo necessaria per rinnovare quei canoni femminili usurati dal tempo. Pensati per una donna che non ha paura di sfiorare il peccaminoso confine del proprio cambiamento», conclude Dell’Acqua.

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ultimo aggiornamento: 24-09-2016