Un topo e gli orrori dei campi di concentramento nazisti. Agli appassionati di fumetto sarà subito venuto in mente “Maus“, di Art Spiegelman, graphic novel che racconta l’Olocausto con personaggi come topi, maiali e gatti antropomorfizzati.

Prima di Spiegelman, però, ci fu Horst Rosenthal, un “inviato” nel campo di concentramento di Gurs, nei Pirenei, che ha raccontato la follia nazista attraverso il personaggio di  Mickey Mouse.
Un piccolo albo, un mini racconto per immagini e didascalie nel quale Topolino/Rosenthal spiega ai lettori l’iter di un deportato in un campo di sterminio e la sua vita “quotidiana”, dall’identificazione alla vita in baracca, dalla distribuzione del cibo al contrabbando di sigarette al mercato nero.

Pagine raccolte in un libello, che raccontano gli orrori della deportazione anche in maniera ironica e satirica, pubblicato in Francia come “Mickey à Gurs”. Pagine che oggi arrivano in mostra in Italia, in occasione di ben 2 appuntamenti: il primo durante il Carrara Show, festival dei giochi e del fumetto, dal 30 maggio al 2 giugno; l’altro presso l’Istituto Francese di Firenze, esclusivamente venerdì 29 alle 18, in anteprima assoluta.
All’incontro parteciperà anche Didier Pasamonik, curatore del volume insieme a Joël Kotek.

La mostra è un’occasione anche per conoscere questo personaggio sconosciuto a molti e la sua drammatica vita: ebreo tedesco, Rosenthal nel 1933 fugge in Francia per cercare asilo politico. Qui, però, viene internato dalla polizia francese in quanto straniero al momento della dichiarazione di guerra della Germania alla Francia. Con l’occupazione tedesca della Francia e l’avvento del regime di Vichy resterà internato, ma in quanto ebreo, fino alla deportazione ad Auschwitz (nel 1942) dove morirà.

mckeygurs

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ultimo aggiornamento: 28-05-2015